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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Prati / Piazza Cavour

Cinema romani, i proiettori rimangono fermi

I sindacati minacciano di scioperare a oltranza: chiedono il reintegro del dipendente licenziato con motivazioni giudicate pretestuose: "chiediamo un tavolo, o andremo avanti ad oltranza"

Chi si recasse oggi al cinema Adriano a vedere un film, troverebbe affisso su tutti gli ingressi un foglietto bianco con il seguente avviso: "In occasione dell'evento Culturale "Venezia a Roma" La programmazione per oggi è dedicata solo ai film di Venezia, pertanto le Sale operative sono: 6 e 7". Tutto bene per i due film della Mostra, ma la ragione della chiusura del resto delle sale non è Venezia: i dipendenti del cinema Adriano sono in sciopero da ieri.

Qualche mese fa uno dei dipendendenti fu sospeso in seguito ad uno sciopero in Aprile. Nei giorni scorsi per lui è arrivato il licenziamento. Un licenziamento in tronco, che non è andato giù ai lavoratori dei cinema del circuito Mediaport. Ne sono 11 in tutta Roma. Ieri è iniziata la protesta, il primo sciopero con cui chiedono la reintegrazione immediata del dipente che "poverino, tra poche settimane –  dicono alcuni – sarà anche papà".

Ciò che non va giù affatto ai colleghi che hanno scioperato sono le motivazioni "pretestuose". Ce le spiegano i dipendenti: "L'uomo nel corso dello sciopero di aprile avrebbe tirato un pugno contro un vetro (senza romperlo); era arrabbiato nei confronti di una collega 'krumira'". I dipendenti del cinema, molti del CUB (confederazione unica di base), altri della Cgil non ci stanno, non ci stanno soprattutto per i modi con cui il benservito è arrivato. Il loro collega sarebbe stato licenziato in tronco, dopo essere sospeso, ma prima che l'arbitrato potesse esprimersi.

In relazione ai fatti di aprile d'altra parte è arrivata la sospensione anche a un'altra persona, e il timore è che anche per lui sia previsto il licenziamento. In strada si sussurra che "è qualcosa in più di un timore, se si considera il fatto che lui oggi sta con noi in strada e questo all'azienda non piacerà".

I dipentendi di Mediaport Cinema esigono la reintegrazione, l'azienda sostiene che il licenziamento sia perfettamente legittimo. Lo sciopero è iniziato ieri con 11 cinema romani chiusi e si andrà avanti ad oltranza: "Inizieremo un volantinaggio, domani chiederemo il permesso per la manifestazione" ha dichiarato Dario Lemma del CUB, che però assolutamente non chiude al dialogo: "noi siamo disponibili ad incontrare la proprietà, a sederci ad un tavolo e discutere". Uno spiraglio quindi? "Macchè, ci dicono che incontrerebbero al tavolo i dipendenti tutti, ma non aprirebbero mai un tavolo di trattativa solo per i sindacati, e questo è inaccettabile per noi". Ci si avvia al muro contro muro. Anche Pasquale Martino, sindacalista del circuito cinematografico da 40 anni, ne è convinto: "Si andrà avanti ad oltranza". La situazione non sembra facile. "Non so, però, se sia più disperata per noi  – continua il sindacalista – o per loro: oggi, sui 31 schermi dell'Adriano ne funzionano 2, e l' Adriano è l'unico, tra gli 11 cinema del circuito Mediaport (ex Cecchi Gori, oggi guidato da Massimo Ferrero ndr), è l'unico aperto".

 

LA RISPOSTA DI MEDIAPORT
 

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