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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Cie di Ponte Galeria, la denuncia dei radicali: "Un carcere a cielo aperto"

Una delegazione del partito Radicale ha visitato in mattinata la struttura raccogliendo la denuncia di maltrattamenti subiti da un 25enne tunisino da parte della Polizia. Iervolino, responsabile per i diritti umani della Provincia di Roma: “Situazione ad alta tensione”

“Un carcere a cielo aperto”. E' questa la definizione che Massiliano Iervolino, responsabile per i diritti umani della Provincia di Roma dà del Centro di identificazione ed espulsione di Ponte Galeria che oggi è stato visitato da un delegazione composta da Elisabetta Zamparutti, deputata radicale, e dallo stesso Iervolino.

Una situazione ad alta tensione, resa pericolosa dal vuoto della quotidianità a cui sono costretti i detenuti del centro. Racconta Iervolino: “Di fatto, dalle 8 del mattino, fino a mezzanotte, queste persone non hanno nulla da fare. A differenza dei detenuti di un carcere non sanno come occupare la giornata ed è normale che si verifichino poi situazioni di grossa tensione”.

La delegazione radicale ha raccolto anche il racconto del maltrattamento di un cittadino tunisino, Toujani Hanihem, ospite del centro che sarebbe stato maltrattato dai poliziotti del centro. “Il 25enne”, spiega Iervolino, “ha dei problemi psichici e qualche giorno fa, verso l'ora di pranzo, ha cominciato ad andare in escandescenze, tentando la fuga. Una fuga più mentale che fisica però, ci hanno raccontato i suoi amici. A questo tentativo i poliziotti hanno reagito malmenando il giovane che ci ha mostrato i segni dei maltrattamenti subiti”.

  Dalle 8 del mattino, fino a mezzanotte, queste persone non hanno nulla da fare  
I radicali hanno chiesto informazioni sull'accaduto al direttore della Croce Rossa che però ha detto di non saperne nulla.

La struttura attualmente conta la presenza di 272 detenuti, di cui 128 donne e 144 uomini, su una capienza di 364 posti di cui 306 sono quelli effettivi per via della chiusura di alcuni settori. “L’aspetto critico”, spiega  l'onorevole Elisabetta Zamparutti, “è quello relativo all’organico degli operatori della Croce Rossa che sono in tutto solo 45. Un numero che consente una copertura di Toujani Hanihem persone nei turni diurni e 6 in quelli notturni. Ne servirebbero almeno 10 in più”.

Anche questa carenza non aiuta ad allentare la tensione che, dall'approvazione del decreto sicurezza che porta a sei i mesi di permanenza massima presso il centro, è senza dubbio in aumento. “Il prolungamento” spiega Iervolino, “rappresenta per molti dei trattenuti una vera e propria tortura che li porta anche a compiere gesti estremi come l’autolesionismo. Molti dei trattenuti non sono infatti al corrente della nuova normativa e la notizia di ulteriori proroghe li coglie di sorpresa”.

Una situazione che porta i radicali a confermare e ribadire la propria posizione nei confronti del decreto sicurezza: "Il prolungamento dei tempi di reclusione contribuisce certamente a degradare la dignità umana dei trattenuti ma non sembra aver minimamente risolto il problema della identificazione, pre-condizione all’espulsione, che dipende dalla collaborazione delle rappresentanze dei paesi di provenienza e che non risulta risolta."

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