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Mercoledì, 17 Aprile 2024
Cronaca Via Labicana

Provano a scipparlo mentre è in bici, riesce a non cadere li insegue e li denuncia: il racconto di un ciclista

Tentano una rapina ad un ciclista romano mentre era in bici. Lui prende la targa e denuncia l'aggressione perchè "sogno una città che sia sicura anche di notte"

Un tentativo di rapina che poteva concludersi con una tragedia. Sabato 22 dicembre, intorno all'1.40,  un ciclista è stato aggredito in via Labicana. Con la complicità del buio un'auto si è accostata ed ha tentato di strappare la borsa del malcapitato, trascinandolo per diversi metri. Il biker, rimasto in sella, ha poi deciso di inseguirli per prendere il numero di targa. Gli aggressori sono stati denunciati e Massimo Berardi, il ciclista romano vittima dell'aggressione, ha deciso di rendere nota la vicenda.

L'invito a denunciare l'accaduto

Sulla pagina facebook del gruppo Salvaiciclisti, già nella giornata di sabato, si sono moltiplicati i commenti e gli attestati di solidarietà. "E' grazie a loro che ho deciso di sporgere denuncia io che, in vita mia – racconta Berardi – non ho mai denunciato nessuno". L'episodio è stato ampiamente stigmatizzato dalla comunità dei ciclisti romani, sempre in prima linea nel chiedere condizioni di maggiore sicurezza per chi si sposta sui pedali. Molti di loro hanno esplicitamente richiesto di non lasciare cadere la cosa "al costo di passare una giornata in caserma - l'ha esortato il blogger Paolo Bellino, ex delegato capitolino alla mobilità ciclabile - tu denuncia".

Il racconto dell'aggressione

"E' durato un istante. Ho sentito un fischio molto forte, come fosse un richiamo di un pastore. Contestualmente mi è stata strattonata la borsa che però, avendo una seconda cinghia legata al dorso, non poteva essermi scippata". Di fronte all'aggressione il ciclista ha opposto una resistenza passiva. "Sono piuttosto esperto – confida Berardi che per la bici coltiva una profonda passione – e di conseguenza ho saputo gestire quei secondi senza perdere l'equilibrio. Mi sono concentrato sullo sterzo e non ho voltato mai la testa perchè mi avrebbe sbilanciato". Così facendo però gli aggressori non sono stati visti in volto. 

L'inseguimento e la denuncia

Il racconto prosegue. "Dopo essersi affiancati, rallentando fino ad avere la mia stessa velocità, hanno accelerato" riferisce Berardi. "Per una cinquantina di metri  ho assecondato la velocità dell'auto finchè, arrivati all'incrocio, hanno mollato la presa e sono scappati". Lì però nel ciclista è scattato qualcosa. "Non è la prima volta che, di notte, vivo una brutta esperienza. In passato ho ricevuto anche una secchiata d'acqua in faccia. Ma questa volta ho deciso che volevo vedere chi era stato, per questo mi sono gettato all'inseguimento e per due volte, grazie al semaforo rosso di via Merulana, sono riuscito ad avvicinarmi ed a prendere almeno la targa".

Il sogno di una città rispettosa dei ciclisti

Se ho fatto questa denuncia ed ora sto raccontando tutto è perchè vorrei che questa città diventasse più sicura la notte. Chi si sposta a piede o in bicicletta - valuta Berardi che in bici, recentemente, ha raggiunto la città di Atene - deve poterlo fare liberamente, senza temere per la propria incolumità". Un auspicio condivisibile che passa anche per la scelta di denunciare gli episodi di aggressione. Com'è avvenuto in questo caso. Anche perchè "tornando sul luogo, vicino all'hotel Mercure, ho notato la presenza di una telecamera". Chissà che non possa aiutare nell'individuazione dei responsabili.

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