Flaminio: No alla chiusura della ASL di Piazza Gentile da Fabriano
Dopo il sit-in di mercoledì scorso, avviato il dialogo tra il comitato "Cittadinanzattiva Flaminio" e il direttore dell'ASL Barbara Giudiceandrea
"La salute è un diritto di tutti", campaggiava come slogan affisso sui cancelli della Asl di Piazza Gentile da Fabriano, in occasione del sit-in organizzato nella giornata di mercoledì scorso dal comitato cittadino di quartiere per protestare alla chiusura dello stabile e il conseguente traferimento nella zona di Via Tagliamento. Oggi, i rappresentanti di "Cittadinanzattiva Flaminio" ci fanno sapere di aver avviato un canale di comunicazione con il Direttore dell'ente Dott.ssa Barbara Giudiceandrea (in carica da gennaio di quest'anno) che si è subito resa disponibile a un confronto diretto con la cittadinanza.
Come prima cosa, il comitato cittadino ha chiesto al Direttore di conoscere tutti i dati relativi ai servizi e agli utenti del quartiere, nella prospettiva di individuare soluzioni alternative al totale spostamento della struttura, in particolare per i servizi ambulatoriali più necessari, per il Centro di salute mentale, quello diurno e il Consultorio per la salute della donna. La contestazione maggiore sollevata dei residenti, infatti, riguarda proprio la difficoltà e i numerosi disagi che avrebbero nel momento in cui si trovassero costretti a raggiungere la nuova sede di Via Tagliamento, distante più di 5 km e raggiungibile se non con 2 mezzi pubblici, poco collegati rispetto alla zona e soprattutto non facilmente fruibili per i cittadini più anziani.
La Dott.ssa Giudiceandrea ha comunicato che è stato avviato uno studio sui dati in questione e ha dato la propria disponibilità a partecipare ad un’assemblea pubblica da tenersi nel quartiere nel giro di qualche settimana, in cui portare e discutere con i cittadini i risultati dello studio e le possibili soluzioni. Contemporaneamente, "Cittadinanzattiva Flaminio" ha avviato un’indagine sul territorio e negli uffici comunali per verificare quali immobili di proprietà pubblica potrebbero essere messi a disposizione per l’assistenza medica e ambulatoriale di base e per la tutela del diritto alla salute dei cittadini.
