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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Centro Storico

Centro storico: esplode la rabbia dei residenti

Il presidente dell'associazione abitanti del centro storico, Viviana Di Capua: "col cambio di amministrazione non è cambiato nulla. Chi governa deve avere il coraggio di dire qualche no in più"

S ono giorni da dimenticare questi che stanno vivendo gli abitanti del centro storico di Roma. Tra saldi, feste natalizie, turisti all'assalto dei musei e piazze e locali piene di giovani, dal mattino sino a notte inoltrata, non si riesce a trovare un attimo di tregua. Ne abbiamo parlato con chi gli abitanti del centro storico li rappresenta, ovvero Viviana Di Capua che è il presidente dell'associazione residenti del centro storico.

Dott.ssa Di Capua, subito una domanda che tanti romani si fanno. Cosa c'è di diverso tra l'amministrazione Veltroni e quella di Alemanno?

Tra un'amministrazione e l'altra non c'è una grande differenza. Il vero problema attuale è il disfacimento sociale della città e per risolverlo bisognerebbe ripristinare il senso civico delle persone. Su questo un'amministrazione può certamente intervenire, soprattutto un'amministrazione nuova.

Cosa dovrebbe fare?

Avere più coraggio. Se non si ha coraggio appena insediati, sarà difficile averlo successivamente. Un coraggio che deve concretizzarsi soprattutto attraverso qualche “no” in più, ad esempio agli interessi dei commercianti. Per dirne una: era stato fatto un piano del traffico pressoché perfetto, ma lo si è fatto finire il 24 dicembre anziché il 6. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: andare in centro in questi giorni è impossibile e tardivi sono gli appelli dell'assessore Marchi ad usare la navetta 100.

E sul degrado e la sicurezza questo coraggio come si concretizza?

Attraverso la capacità di un'amministrazione di imporre ai cittadini determinati comportamenti.

Quali provvedimenti chiedete?

Quello che chiediamo è che la burocrazia verifichi meglio a chi e cosa concede certe concessioni. In merito ad esempio all'accoltellamento del turista americano, è grave che si permetta ad un circolo culturale di restare aperto sino alle 6 del mattino. In zona come Trastevere o Campo de' Fiori andrebbero fatti controlli più attenti per verificare se è il caso di fornire delle concessioni. Un'amministrazione attenta e coraggiosa deve avere il coraggio di dire ai suoi burocrati: questa è una zona particolare e va messo un freno alle concessioni.

Come associazione, quali sono le segnalazioni che ricevete?

Le emergenze sono sempre le solite e devo dire che non c'è nulla che non vada poi a finire sui giornali. In generale però devo insistere nel dire che a monte di tutto c'è un'incontrollata ed esagerata elefantiasi del commercio. Ci sono esercizi commerciali ad ogni angolo, in ogni struttura presente in centro. E molto spesso sono sempre le stesse. Pensi ad esempio al dilagare di gelaterie e pizzerie al taglio: ce n'è una ogni 20 metri.

Quindi, sintetizzando, l'accusa è che il Comune ha fatto gli interessi delle associazioni dei commercianti a discapito dell'interesse dei cittadini?

No, io non ho detto questo. Noi residenti non siamo contro gli interessi dei commercianti e non siamo contrari a che l'amministrazione faccia i loro interessi. Siamo contrari invece all'indiscriminato e incontrollato processo di concessione delle autorizzazioni. Bisogna avere il coraggio di pestare i piedi a quella che si ritiene essere una logica del mercato che in realtà è una logica drogata.

Per uscire da questo circolo vizioso quale può essere una soluzione?

Bisogna sedersi attorno ad un tavolo e studiare delle norme nuove perché la situazione è cambiata, la città si è evoluta ed ha cambiato i propri bisogni. Occorre tornare ad un commercio utile ai cittadini e all'abitato. Sono stati per esempio annullati i negozi di vicinato, sostituiti da questa frenesia di fare mercato con supermercati, ristoranti, luoghi d'aggregazione e quant'altro. Questo è un terribile mercato economico che paradossalmente crea danno alla città e non fa arricchire nessuno.
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