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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Gioco d'azzardo, a Roma numeri da record: 300 sale e 50mila slot machine

Sul suolo della Capitale è concentrato il 12% delle slot machine interamente presenti sul territorio italiano. Gli italiani spendono più soldi per giocare d'azzardo che per cure mediche e istruzione

Passeggiando per le strade della propria città appare quasi impossibile non far caso al gran numero di sale slot e mini casinò che affollano i marciapiedi. Ce ne sono così tante che a volte è possibile trovarle anche a pochi metri di distanza tra loro, contraddistinte da insegne luminose e accattivanti. Negli ultimi anni c'è stato un incremento esponenziale nell'apertura di queste attività, spuntate in ogni dove.

ROMA - Soltanto sul territorio romano, provincia inclusa, è installato un numero impressionante di slot machine: più del 12% di quelle presenti sull'intero Stivale. Partendo da questo dato, è possibile farsi un'idea di quanto sia diffuso il fenomeno del gioco d'azzardo nella Capitale, in piena linea con il trend italiano. Nella 'Città Eterna' e nel suo agglomerato urbano sono presenti quasi 300 sale e più di 50mila slot machine secondo l'ultimo rapporto di Libera. Non ci vuole una grande immaginazione per capire come dietro questi numeri si nasconda un fitto sottobosco d'illegalità: secondo un’indagine disposta dall’allora questore di Roma, Francesco Tagliente, tra maggio ed ottobre 2011 su 71 sale da gioco della provincia di Roma, ben il 74% risultava essere non a norma di legge. Le vincite erano a discrezione del gestore che, allargando o stringendo la forbice, poteva, all’insaputa degli scommettitori, incentivare i vincitori o spingerli tra le braccia degli usurai.

NEL 2010 IL 'BOOM' - Il 2010 è stato l'anno dell'exploit nella Capitale: nel solo quartiere Prenestino, hanno aperto i battenti 36 sale slot e punti di gioco. Ma la proliferazione di sale da gioco a Roma riguarda tutti i quartieri vicini al centro storico, dove le disposizioni del comune non consentono di aprire questo tipo di attività: Gianicolense, viale Marconi, Ostiense, Pigneto. Per attirare più giocatori possibili si studiano le soluzioni più fantasiose: c’è persino chi si è inventato vere e proprie strutture formato famiglia: sale giochi per bambini e prima infanzia, videogame per gli adolescenti, roulette e new slot per i genitori. Spuntano nuove sale praticamente ovunque senza risparmiare neanche alcuni edifici d'interesse storico. È il caso ad esempio dell’ex cinema-teatro a San Lorenzo, il Palazzo di piazza dei Sanniti: Camene, la società che ha stipulato un contratto di locazione per l’uso commerciale dell’immobile, vorrebbe trasformarlo in un “negozio di gioco legale”. (progetto che ha scatenato le ire dei cittadini). Roma è nettamente capitale anche nel Bingo: nel 2010 un romano ha giocato quasi il doppio della media nazionale (61 euro contro 33) per una spesa complessiva di 228 euro.

I NUMERI ITALIANI - L’Italia, assieme al resto d’Europa, è uno dei paesi che da circa sei anni attraversa una delle crisi economiche e finanziare più gravi della storia. Industrie e imprese fanno fronte a perdite colossali, tagliano il personale o chiudono. Sempre più gente si toglie la vita perché incapace di far fronte alle proprie difficoltà economiche. Eppure, in questo scenario desolante dove povertà e disoccupazione dilagano, se c’è un settore con dei numeri in assoluta controtendenza rispetto agli altri, è quello del gioco d’azzardo. Un’industria perennemente in attivo che genera profitti da capogiro. Soltanto nel 2011, il volume del fatturato legale proveniente dall’industria del gioco si aggirava attorno ai 76,1 milioni di euro e nel corso del tempo i numeri sono lievitati costantemente. Gratta e vinci, lotto, poker, scommesse sportive e slot machine rappresentano solo la punta dell’iceberg di questo immenso fenomeno. Gli italiani spendono circa 1250 euro a testa (neonati compresi) per il gioco, una cifra assolutamente esagerata per il Paese che ha gli stipendi più bassi nell’area evoluta dell’Europa occidentale. Un’emergenza sociale che squilibra i nuclei familiari e che rappresenta molto più che un campanello d’allarme.  Per gli italiani le cifre di denaro investite nel gioco d’azzardo superano nettamente le spese per salute, istruzione e abbigliamento.

MALATTIA SOCIALE - I malati di gioco sono un’orda di zombie in continuo aumento. Al posto della carne però, fanno a brandelli le proprie tasche e quelle delle proprie famiglie. A sentire Federico Tonioni, responsabile dell’ambulatorio Gemelli di Roma per le nuove dipendenze, il profilo del ludopatico oggi è completamente diverso rispetto a qualche anno fa: “Bisogna abbandonare l’idea che i giocatori patologici siano quelli seduti dietro un tavolo di poker. La fotografia è oggi ben diversa: ci sono giovani attaccati al computer intenti a puntare online per ore e ore, gli over 70 che comprano centinaia di Gratta e Vinci, professionisti che buttano tempo e denaro nelle sale scommesse”. La malattia del gioco è così diffusa che si moltiplicano anche le associazioni per il recupero di giocatori compulsivi: soltanto a Roma, esistono almeno sette gruppi anonimi di giocatori patologici che cercano uno sbocco dalla nevrosi maniacale del gioco.
 
NECESSARIE MISURE SUBITO - Guarire da questo tipo di dipendenza è un percorso lungo e tortuoso, contrassegnato da alte probabilità di ricaduta. Per questo motivo è necessario che lo Stato investa più risorse nella prevenzione e nell’informazione sui rischi che si corrono a contatto con questo universo. Oltre ad una legge quadro sul gioco d'azzardo, occorre anche una moderazione dei messaggi pubblicitari e del marketing che invitano a giocare. Sulla scorta del modello svizzero, si potrebbero destinare il 5% dei profitti e  il 5% dei premi non ritirati al finanziamento di attività di ricerca, prevenzione e cura rispetto al tema del gioco d’azzardo.

Sale Slots e Casinò in Via Tiburtina

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