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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Case di riposo da incubo, scoperte due strutture abusive con alimenti e farmaci scaduti

L’incasso delle due strutture, stando alla documentazione rinvenuta e alle dichiarazioni rilasciate dai parenti degli ospiti, si aggirava per ciascuna su circa 100 mila euro l’anno

Due case di riposo abusive individuate dai Finanzieri del Comando Provinciale di Roma nel corso di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Velletri. Il blitz, scattato ai Castelli Romani, ha permesso all'Autorità Giudiziaria di denunciare tre donne per maltrattamenti e violazioni alla normativa sanitaria.

Le Fiamme Gialle della Compagnia di Frascati, prima di accedere nei due ospizi, hanno dovuto monitorare a lungo i due luoghi, protetti da imponenti recinzioni che impedivano la vista dall’esterno. 

Al momento dell’ingresso all’interno della struttura, senza autorizzazione amministrativa e sanitaria, i militari hanno trovato tre anziani in precarie condizioni di assistenza, mentre nell’altro appartamento, in pessime condizioni igienico-sanitarie, erano ospitate sette persone, una delle quali in un locale interrato, umido e privo di finestre.

La situazione non era molto migliore per gli altri sei ospiti, le cui camere, sprovviste di riscaldamento, erano coperte di muffa. Una donna prossima ai cento anni e non autosufficiente, dopo una visita medica da parte del personale del 118 intervenuto sul posto su richiesta dei Finanzieri, è stata trasportata in un vicino ospedale per essere sottoposta ad accertamenti.

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Nelle due case di riposo sono stati rinvenuti medicinali scaduti, alimenti non tracciabili ed avariati, nonché personale non qualificato per la somministrazione dei farmaci previsti dai piani terapeutici rilasciati dai medici di famiglia.

L’incasso delle due strutture, stando alla documentazione rinvenuta e alle dichiarazioni rilasciate dai parenti degli ospiti, si aggirava per ciascuna su circa 100 mila euro l’anno. 

All’esito delle indagini i volumi d’affari generati saranno segnalati all’Agenzia delle Entrate, essendo le rispettive attività sconosciute al Fisco e responsabili altresì di aver impiegato manodopera “in nero”.

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