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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Esquilino / Via Napoleone III

CasaPound blocca la perquisizione e 'caccia' la Finanza: "Troppe telecamere, non garantita dignità dei residenti"

Impedito l'ingresso in via Napoleone III, dove ha sede lo stabile occupato dal 2003. La Procura di Roma attende un'informativa su quanto accaduto il 22 ottobre

Una perquisizione impedita, nonostante gli accordi fossero diversi. Minacce alla Finanza, secondo il racconto dei giornali, con la frase "se entrate sarà un bagno di sangue", pronunciata da un esponente del movimento della tartaruga frecciata. Difesa della dignità dei residenti di via Napoleone III secondo il racconto di CasaPound. Lo stabile occupato all'Esquilino torna a far discutere. Colpa di quanto accaduto ieri quando, nell'ambito di un'indagine condotta dalla procura della Corte dei Conti. Obiettivo della perquisizione era quello di determinare i danni causati al pubblico erario dall'occupazione partita il 27 dicembre 2003. Un'indagine partita dopo l'inchiesta del settimanale L'Espresso. 

Una perquisizione delicata, talmente delicata da richiedere un accordo tra occupanti e Guardia di Finanza. Al termine della mediazione si era stabilito di intervenire ieri, 22 ottobre. Tutto era pronto tanto che la notizia, nel primo pomeriggio di ieri, era già uscita sull'edizione on line del Corriere della Sera. Una perquisizione data per fatta dal Corsera. Qualcosa però non è andato come doveva. E qui le versioni divergono. 

Secondo il racconto dei giornali che hanno dato la notizia gli attivisti di CasaPound avrebbero impedito l'ingresso delle forze dell'ordine. Tutti citano un virgolettato, pronunciato da un noto esponente nazionale dei fascisti del terzo millenio che recita così: "Se entrate sarà un bagno di sangue". Niente perquisizione quindi, con le Fiamme Gialle che battono in ritirata e che, interpellate da RomaToday, preferiscono non rilasciare commenti o dichiarazioni. 

CasaPound affida invece ad una nota stampa, vergata dal presidente di  CasaPound Italia Gianluca Iannone, la propria versione dei fatti: "Come CasaPound Italia ci siamo limitati a concordare le modalità per un controllo nello stabile che  avvenisse nel rispetto dei diritti e della sicurezza delle famiglie in grave stato di emergenza abitativa che vi risiedono dal 2003. Quando  però ci siamo resi conto che non era possibile garantire minime  condizioni di dignità per i residenti vista l'inopportuna presenza di  una folla di telecamere, ci siamo limitati a chiedere che si rinviasse il controllo ad altra data".

Insomma un intervento, quello delle tartarughe frecciate, motivato dall'impedire che la perquisizione diventasse uno show. "D'altra parte - aggiunge Iannone - Casapound non ha nulla da nascondere. Anzi, è nel nostro interesse che questo controllo avvenga,perché è il modo per dimostrare che il movimento, avendo solo sede legale nel palazzo ed esplicando l'attività politica in senso stretto nelle sezioni sul territorio, non ha recato danni alle casse dello Stato, mentre i locali di via Napoleone III sono utilizzati in via esclusiva per l'emergenza abitativa. Naturalmente, però, non accetteremo mai che questo nostro pur legittimo interesse entri in  conflitto con la dignità e i diritti degli italiani che, proprio  grazie all'azione di Cpi, hanno trovato casa in uno stabile che era  abbandonato da decenni e che prima del nostro ingresso giaceva inutilizzato e nel degrado più assoluto".

Nel frattempo però si è acceso il faro della Procura di Roma che attende una informativa da parte della Guardia di Finanza in merito al mancato sopralluogo presso l'immobile occupato. 

Sul palazzo occupato si è espressa anche Virginia Raggi che ha affidato ad un post su facebook la sua idea. La sindaca, fa sapere il Campidoglio, ha più volte evidenziato nelle sedi competenti l'illegalità dell'occupazione dell'immobile di via Napoleone III da parte di Casapound. La posizione del Campidoglio è sempre stata chiara in tal senso. Tuttavia, non spetta a Roma Capitale scegliere quali sgomberi effettuare. Infatti, il Comune è competente per l'assistenza attraverso i servizi sociali e per il supporto alle operazioni tramite la Polizia locale.

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