“Occorre un atto di coraggio e di onestà intellettuale da parte del Parlamento”. Esordisce così Angiolo Marroni, garante dei detenuti del Lazio, nell’incontro con i giornalisti avvenuto oggi di fronte all’ingresso di Regina Coeli. Il tema in questione è lo stato problematico in cui si trovano le carceri, sempre più affollate. Il garante, a proposito, suggerisce di: “varare subito una misura che preveda per i reati meno gravi e che prevedono una pena inferiore ai tre anni, il massiccio ricorso agli arresti e alla detenzione domiciliare. In questo modo diminuirebbe l'affollamento delle carceri di almeno 20-25 mila unità".
Marroni ha auspicato una riforma della giustizia che parta dalle carceri e da un nuovo codice penale: "Sarei felice se venisse approvata l'amnistia per reati minori, ma riformare il sistema significa far sì che il carcere diventi davvero ciò che dice la legge e cioè una pena estrema".
Il garante ha spiegato inoltre che "per rispondere alla domanda di sicurezza dei cittadini si sceglie la soluzione dell'arresto e del trasferimento in carcere, ma la custodia cautelare in prigione, secondo l'articolo 275 del codice penale, deve essere disposta solo quando qualsiasi altra misura risulti inadeguata a scongiurare il pericolo di fuga o la distruzione delle prove. Servono anche pene diverse, in grado di essere ugualmente dissuasive e restrittive”.
Limitare nelle carceri solo i soggetti più pericolosi non sarebbe solo una soluzione pratica al problema, ma anche etica, considerando che: “le prigioni sempre più affollate e meno vivibili non garantiscono, a chi ha commesso i reati, di venire rieducato, al contrario le persone vengono solo incattivite".
Marroni ha poi ricordato di aver inviato un messaggio di solidarietà a Marco Pannella che, nei giorni scorsi, aveva avviato uno sciopero della fame, per sensibilizzare l'opinione pubblica proprio sulla situazione ‘drammatica’ all'interno delle carceri italiane.