Carceri, detenuti costretti a saltare esami sanitari. Marroni: "Mancano agenti di polizia"

Condizioni di vita sempre più difficili nelle carceri del Lazio. Risale solo a qualche giorno fa la morte di un detenuto a Regina Coeli, il secondo in un mese nel carcere romano. L'allarme era stato lanciato dal garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni, che oggi, in una lettera di denuncia al Provveditore dell'Amministrazione Penitenziaria del Lazio Maria Claudia Di Paolo, al Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Roma Giovanni Tamburino e all'Osservatorio regionale sulla sanità penitenziaria, fa luce su un'altra emergenza: quella della salute dei carcerati. Marroni spiega come manchino gli agenti di polizia penitenziaria per le scorte e così i detenuti sono costretti a saltare decine di esami clinici all'esterno del carcere.

"Mesi di attesa - spiega - per un esame diagnostico che, poi, salta, per mancanza degli agenti necessari a scortare il detenuto malato dal carcere all'ospedale. Sono ormai decine, in tutto il Lazio, i casi di visite ed esami specialistici prenotati da reclusi con patologie di varia gravità e rinviati per la mancanza di quelle che, in gergo tecnico, vengono chiamate 'traduzioni'. Il problema delle mancate traduzioni - ha scritto Marroni - è ben conosciuto e da me già segnalato alle istituzioni. Pur essendo consapevole della cronica insufficienza degli organici della polizia penitenziaria, anche in rapporto all'attuale situazione di sovraffollamento, non mi è possibile non osservare che il fondamentale diritto alla salute di tutti i cittadini, compresi quelli detenuti, rischia di non essere garantito in mancanza degli indispensabili percorsi terapeutici e diagnostici esterni agli Istituti penitenziari. Invito, per quanto di competenza, - conclude - a definire modalità e tempistiche e impartire le opportune disposizioni finalizzate alla soluzione di questa importante criticità sistemica".