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Cronaca Quadraro / Via Lucio Calpurnio Bibulo

La banda di Gesù e la mega frode da 100 milioni: dietro il business Camorra e Casamonica

Tredici le persone arrestate. Sequestrato appartamento di lusso al Quadraro. Le indagini concluse dalla Finanza al termine dell'operazione Fuel Discount

I tentacoli della camorra e della criminalità romana dietro al business della rivendita dei carburanti a prezzi stracciati in alcuni distributori compiacenti del Nord Italia. A sgominare la banda di "Gesù", 45enne romano già noto alle cronache, i militari della Guardia di Finanza. A gestire il business assieme all'uomo residente nella Capitale, la camorra nella figura del clan Polverino ed i Casamonica, attraverso un 41enne romano legato alla nota famiglia sinti dopo aver spostato una delle donne del clan stabilendo la sua roccaforte nella zona del Quadraro, dove le Fiamme Gialle hanno sequestrato il suo lussuoso appartamento. 

Sono stati i militari della Guardia di Finanza di Pavia a far scattare il blitz alle prime luci dell'alba di lunedì 3 febbraio con le Fiamme Gialle che, coordinate dal Procuratore aggiunto Mario Venditti e dal Sostituto Procuratore Alberto Palermo,  hanno dato esecuzione a 13 misure cautelari personali e a decine di perquisizioni su tutto il territorio nazionale. 

L’operazione che vede impegnati più di 100 uomini sta sradicando una organizzazione criminale che attraverso un sistema di frodi carosello ha sottratto circa 100 Milioni di IVA in poco più di due anni e ha riciclato in Italia e all’estero i proventi illecitamente accumulati. A capo dell’organizzazione soggetti contigui alla camorra e alla criminalità romana.

Tutto nasce quando, nel gennaio 2019, i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Pavia, sulla base di attività di intelligence e insospettiti da un notevole aumento del transito di autocisterne con targa slovena o croata dirette ad un deposito situato nel comune di Vigevano, hanno avviato un’autonoma attività d’indagine, che in poco più di un anno, anche grazie al prezioso ausilio della Sezione della Polizia Stradale di Pavia e dell’Ufficio delle Dogane di Pavia, ha portato a disvelare un’imponente “frode carosello” perpetrata nel settore industriale fra i più a rischio, quello dei prodotti petroliferi, a danno non solo dell’erario nazionale, ma anche di tutte le imprese che operano nel pieno rispetto della legge e in applicazione delle regole di libera e leale concorrenza di mercato.

Operazione Fuel Discount

Gli artefici della frode, infatti, acquistavano il prodotto, tramite delle cosiddetta società “cartiere” a loro riconducibili, da operatori aventi sede in Repubblica Ceca, Cipro, Croazia, Romania e Slovenia poi, grazie ad un giro di fatture false complessivamente quantificato in oltre 400 milioni di euro, riuscivano a rivenderlo a diversi clienti sparsi sul territorio nazionale o a metterlo in consumo attraverso distributori stradali da loro gestiti in Piemonte, Veneto e Lombardia a prezzi molto più convenienti rispetto a quelli di mercato.

Facile intuire i danni provocati da questo sodalizio criminale agli operatori del settore i cui distributori insistevano in zone limitrofe a quelle dove veniva venduto il prodotto di questa organizzazione.

I rilevanti introiti, poi, attraverso la falsificazione dei bilanci delle società (agli arresti domiciliari è finito anche un commercialista pavese di 54 anni) e il mancato versamento delle imposte da parte delle società appositamente costituite per organizzare la frode, venivano riciclati attraverso il reimpiego degli stessi per attività illecite quali il pagamento in nero di stipendi o provvigioni oppure venivano utilizzati per l’acquisto di beni di lusso quali orologi del valore di anche 100.000 euro, automobili quali Porsche, Ferrari e Lamborghini e vacanze a bordo di yacht da 15.000 euro al giorno.

Di particolare impatto le intercettazioni captate dalle fiamme gialle pavesi; in una telefonata una delle persone arrestate, nel rispondere alla madre che commentava il costo elevato dello yacht noleggiato, affermava “... tanto c’è zia I.V.A.!!...” a voler significare che frodando l’IVA potevano permettersi ogni lusso anche quelli più costosi oppure in un’altra conversazione fra due indagati che discutono dei bonifici da fare per dividersi il denaro accumulato illecitamente, uno dei due afferma “... poi è arrivato il Patek (Patek Philippe, nota marca di orologi ndr) così ho fatto un bonifico di 50.400”.

I vertici dell’organizzazione non erano semplici “colletti bianchi” che avevano avuto l’ardore di escogitare un sistema tanto fraudolento quanto redditizio; infatti, a capo del sodalizio vi erano pluripregiudicati i cui nomi sono ben noti alle cronache nazionali.

Un romano di 45 anni, chiamato dagli altri soggetti il “semidio” o “Gesù” era la mente pensante del gruppo, colui che si occupava a 360 gradi della gestione operativa della società. Assieme a lui un romano di 41 anni, detto "Romeo" imparentato con la famiglia Casamonica e domiciliato in una lussuosa casa in via Lucio Calpurnio Bibulo, una delle storiche roccaforti della famiglia di origini sinti. Assieme a loro un napoletano di 47 anni, detto "Stefano",fratello di un soggetto organico al clan camorristico Polverino attivo nei comuni a nord di Napoli, risultati essere i veri promotori dell’associazione. 

I due erano, al pari del primo, amministratori di fatto e soci occulti della società al centro delle indagini nonché di molte altre società coinvolte e avevano il ruolo di dare “copertura criminale” e di ripulire il denaro sporco riciclando i proventi illeciti tramite delle società non direttamente a loro riconducibili per poi dividerlo in parti uguali.

L’operazione odierna mira al cuore di una pericolosa organizzazione criminale che, grazie agli ingenti profitti accumulati in pochissimo tempo e al calibro criminale dei sui vertici, si stava rapidamente espandendo sul territorio nazionale e anche all’estero replicando il sistema di frode ormai collaudato e infiltrandosi, attraverso l’acquisizione di attività commerciali sane, nel tessuto economico del Paese.

La Guardia di Finanza conferma così il costante e incisivo impegno a tutela del mercato, dei cittadini e imprenditori onesti.

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