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Cronaca

Carabiniere ucciso, Elder aveva paura di essere strangolato: ricorrerà al Riesame

Ethan, il padre di Finnegan Lee Elder, dopo aver visitato in carcere per la seconda volta il figlio, accusato di aver ucciso a coltellate il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, chiede "maggiore verità"

Finnegan Lee Elder aveva paura di "essere strangolato, di essere oggetto di un'aggressione quella notte, non sapeva che fosse un carabiniere". E' questa la versione del 19enne americano reo confesso dell'omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega. Elder non ha ribadito la confessione al Gip e gli avvocati Roberto Capra e Renato Borzone, che lo difendono, hanno reso noto la sua versione. 

La versione di Finnegan Lee Elder

"Siamo al lavoro per stabilire cosa è successo quella notte in tutte le fasi della vicenda e cercare di capire se ci sono testimoni o immagini che possano fornire elementi utili", spiegano. Dichiarazioni, quelle dei legali, che si riallacciano alle parole pronunciate dalla famiglia del ragazzo americano e affidate al comunicato letto dall'avvocato Craig Peters, di fronte all'abitazione della famiglia Elder a San Francisco, con alle spalle la famiglia Elder, padre, madre e sorella stretti in un abbraccio.

"Abbiamo visto nostro figlio Finnegan. Sta bene anche se stanco, spaventato. Lui ha tutto il nostro supporto e noi gli stiamo accanto. Ora noi vogliamo ottenere più informazioni su questa vicenda e abbiamo un piano per arrivare alla verità. Sono tornato a casa, a 6000 miglia di distanza, per aver cura del resto della mia famiglia", sono le parole dell'avvocato in riferimento al viaggio del padre di Finnegan tornato in California dopo essere stato Roma dove ha visitato nel carcere di Regina Coeli il figlio 19enne.

Il video dell'omicidio di Mario Cerciello Rega

Ethan Elder, il padre di Finnegan Lee Elderh ha invece chiesto di poter vedere il video dell'aggressione: "Siamo concentrati a lavorare con gli avvocati di Finn per stabilire tutti i fatti. Speriamo che l'accusa produca le riprese video dell'incidente per mostrare cosa è realmente accaduto".

Immagini che, però, Procura e Arma hanno dichiarato non esserci. La difesa ha deciso che ricorrerà al Riesame. Proseguono nel frattempo le indagini sull'omicidio. In questi giorni, nell'ufficio del sostituto procuratore Maria Sabina Calabretta alla presenza del procuratore facente funzioni Michele Prestipino e del procuratore aggiunto Nunzia D'Elia, sono andate in scena diverse audizioni. 

Nuovo sopralluogo nella stanza dei due americani

La posizione di Sergio Brugiatelli

Tra le persone ascoltate anche Andrea Varriale, il collega che era di pattuglia con Cerciello dalla mezzanotte del 26 luglio. Proprio su Varriale erano girate alcune voci relative al fatto che anche lui fosse stato sprovvisto di pistola quella notte. Illazioni subito smentite dal comando provinciale dell'Arma ribadendo che il carabiniere era in servizio e aveva con sé la pisola di ordinanza. 

Resta ancora al vaglio degli inquirenti anche la posizione di Sergio Brugiatelli, l'uomo al quale nella notte tra il 25 e il 26 luglio scorso i due diciannovenni americani Christian Gabriel Natale Hjort e Finnegan Lee Elder rubarono lo zaino. L'uomo, al momento non indagato, potrebbe rischiare l'accusa di favoreggiamento per l'indicazione, poi ritrattata, che a derubarlo erano stati dei magrebini. Successivamente anche tramite il suo legale ha spiegato di non ricordare di avere parlato di magrebini.

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