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Cronaca Prima Porta / Via Tenuta Piccirilli

Vigili al Camping River, i rom si barricano dentro: "Senza alternative non ce ne andiamo"

Operazione dei gruppi della Polizia Locale alla baraccopoli di Prima Porta: nastri a 12 container. Rom in protesta a viale Manzoni

Nuovo blitz della Polizia Locale di Roma Capitale nel Camping River, il campo rom di via della Tenuta Piccirilli che la Giunta Raggi aveva promesso di chiudere il 30 settembre scorso: da quella data invece, scaduta la gestione dei servizi da parte della cooperativa Isola Verde, il vecchio "villaggio della solidarietà" si è trasformato in un'immensa baraccopoli abusiva. Senza più regole e senza vigilanza, immersa pure nelle discariche abusive sorte nei terreni adiacenti, incendiate e poi sequestrate dai vigili. 

Una "terra di nessuno" nell'estrema periferia di Roma Nord dove i residenti di via della Tenuta Piccirrili vivono ancora senza servizi e opere di urbanizzazione più basilari come fogne, gas e acqua corrente. 

Camping River: dal 30 giugno niente servizi

Un campo dove il Piano Rom studiato dal Campidoglio ha mostrato tutte le sue lacune: senza aiuti concreti per la maggior parte delle famiglie è stato impossibile fuoriuscire dal River. Occupanti abusivi, destinati allo sgombero. Il Campidoglio ha fissato al 30 giugno la data di cessione dei servizi al campo: così i rom si ritroveranno senza elettricità, acqua potabile e fogne.

Da baraccopoli a "campeggio": il contratto salva-rom

Una vicenda, quella del Camping River, scandita dalle scadenze: oggi infatti viene meno anche quel contratto "a scopo turistico" stipulato tra la proprietà dei terreni e la Seges srl: uno strumento che il mese scorso ha scongiurato lo sgombero di 10 famiglie. I vigili hanno infatti "nastrato" i container di proprietà di Roma senza poi poter allontanare i nuclei, autorizzati dal contratto tra privati a rimanere nell'area del campo. Non nei moduli abitativi però. 

VIDEO | River, la baraccopoli diventa ufficialmente un campeggio: bloccati gli sgomberi degli abusivi

Il blitz della Polizia Locale: nastri a 12 container

Oggi l'ennesima operazione: altri 12 container sono stati sigillati dagli agenti della Polizia Locale. Un blitz che nella mattinata ha visto anche piccoli momenti di tensione: all'arrivo dei "caschi bianchi" infatti alcuni abitanti dell'insediamento si sono barricati dentro apponendo dei lucchetti al cancello d'ingresso. Solo in seguito ad una breve trattativa i rom hanno lasciato passare i vigili. 

Sul posto i gruppi GSSU, SPE, GIT e Gruppo Cassia. Obiettivo dell'operazione, che poi si è svolta regolarmente e senza tensioni: l'allontanamento di eventuali occupanti abusivi all'interno del River e la chiusura dei moduli abitativi dove non risulta la presenza dei legittimi assegnatari. Dodici in tutto quelli sigillati. 

Camping River, blitz dei vigili

La disperazione delle famiglie: "Senza alternative"

"Il campo è tranquillo, i nostri figli vanno a scuola, chi può lavora. Se ci mandano via senza alcun aiuto finiremo inevitabilmente per strada, sotto i ponti. Non è quello che vogliamo" - dice a RomaToday una donna del campo uscita fuori per parlare con i cronisti. "Con i moduli chiusi chi è rimasto fuori dorme in terra, nelle tende. La notte non ci sono nemmeno le luci, è rimasto solo un faro: così i più piccoli urlano perchè hanno paura. Utilizziamo le candele, troppo pericoloso però tenerle accese mentre dormiamo". "Chiediamo che prima di essere buttati fuori - dice un'altra - ci sia data un'alternativa. Soprattutto per i nostri figli". 

La manifestazione dei rom a viale Manzoni

Ma i tempi al River stringono. Il Comune ha già notificato una lettera alle famiglie del campo per intimar loro di lasciare i moduli abitativi entro il 15 giugno.

"Ma noi non sappiamo dove andare. I contributi promessi per l'accesso alla casa non sono mai arrivati" - dice uno dei ragazzi del River prima di andare in viale Manzoni per la protesta organizzata dall'Associazione Nazione Rom sotto al Dipartimento delle Politiche Sociali. 

"Un abuso costruito sopra altri abusi: Roma Capitale sta mettendo una 'pistola alla tempia' delle famiglie dicendo 'firma volontariamente' per il tuo 'rimpatrio assistito'. Una progettualità fantasma da realizzarsi in paese estero con attività programmate e monitorate in stretta sinergia con il Ministero degli Affari Esteri, Questura, Prefettura, enti ed istituzioni degli Stati di provenienza. Di quale Ministero degli Affari Esteri sta parlando Roma Capitale visto che il Governo non è ancora nato? Dove sono gli accordi firmati da Virginia Raggi con gli Stati di provenienza?" - gli interrogativi di Marcello Zunisi, fondatore di Associazione Nazione Rom. 
 

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