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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Caffarella, arrestati altri due romeni: il Dna li inchioda

I due vivevano nei padiglioni dell'ex fiera di Roma e tra il 13 e il 15 febbraio hanno compiuto diverse rapine ad adolescenti. Di loro nessuna foto anche se il capo della mobile dice: "Somigliano molto a Racz e Loyos"

Hanno 18 e 27 anni, sono entrambi romeni, provengono dalla stessa città, Calarasi, piccolo centro a sud di Bucarest e fino a metà febbraio vivevano insieme all'ex fiera di Roma. Sono loro i destinatari della nuova custodia cautelare per lo stupro della Caffarella. Stavolta non dovrebbero esserci dubbi, visto che ad incastrarli c'è anche il Dna. Tuttavia in questura, il capo della squadra mobile Vittorio Rizzi, usa toni meno trionfalistici e non parla ancora di caso chiuso. Questo anche perché è ancora da capire l'eventuale legame con Alexandru Loyos che ha reso testimonianza lo scorso 17 febbraio, salvo poi ritrattarla.

Gli inquirenti per questo mantengono un profilo basso, non forniscono i nomi dei due indiziati (solo le iniziali A.I. il 18enne, G.O. il 27enne), né tantomeno le foto. Ancora fresche sono le polemiche per la diffusione del video della confessione di Loyos.
  Somigliano molto a Racz e Loyos, ma non sono identici
 
Rizzi tiene per sé anche alcuni passaggi delle indagini “per non rivelare metodi che potrebbero aiutare futuri criminali”, dice. I due romeni arrestati saranno ascoltati dal Gip tra 5 giorni come prevede la legge. La convalida del fermo dovrebbe arrivare già domani, anche se uno dei due si trova al momento a Trieste.

COME SI E' ARRIVATI AI DUE DI CALARASI?
Rizzi ha definito il fermo di questi due romeni “la conclusione della seconda fase d'indagine”. Dopo l'esito negativo del test del Dna infatti si è proceduto per tentativi. Si è da prima seguita la pista del “Monco” e dei suoi fratelli e consaguinei, sui quali in Romania è stato effettuato il test del Dna. Ventisei esami: tutti esito negativo.

Si è poi battuto la pista del cellulare della vittima che è tornato attivo il 20 febbraio scorso. Anche questa pista, che ha portato ad un ricettatore, ha dato però esito negativo. Questo almeno inizialmente, perchè l'aver scoperto il ricettatore si è rivelato fondamentale in seguito.

La pista buona era quella delle rapine. Rizzi spiega: “Abbiamo verificato che nei giorni 13-14-15 febbraio nel parco della Caffarella e nell'adiacente Parco degli Acquedotti si sono verificate diverse rapine ad adolescenti. Per una di queste, compiuta il 15 febbraio in via Lemonia, il 18 marzo scorso è stato arrestato un romeno. L'immigrato 18enne aveva inserito la propria sim in uno dei telefonini che aveva rubato quel giorno. Lo stesso telefonino è stato poi smerciato nel mercatino di viale Castrense, dove era stato ricettato anche il cellulare del 16enne della Caffarella ed altri di altre rapine".

A quel punto sono scattate le verifiche su un possibile legame con lo stupro del 14 febbraio e su ordine della magistratura è stato disposto il test del Dna con i reperti dello stupro della Caffarella ed il risultato è stato positivo. Il 18enne è il moro, che sarebbe quello balzato alle cronache come "faccia da pugile".

  Nessuno di loro ha le dita mozzate ed entrambi hanno gli incisivi
 
All'altro fermato si è arrivati perché il 18enne aveva indicato come suo complice della rapina proprio il biondino 27enne. Quest'ultimo proprio giorno 18 marzo era in viaggio verso la Romania, ma è stato fermato a Trieste e trattenuto in Italia perché depositario di una precedente ordinanza di custodia cautelare per ricettazione. Il 27enne si trova al momento a Trieste e nelle prossime ore sarà condotto a Roma.

“I due sono anche stati riconosciuti dalle vittime”, aggiunge Rizzi. “E' successo ieri sera, quando abbiamo saputo che l'esito del Dna era positivo anche per il biondino. Prima di ieri non abbiamo voluto coinvolgere i due ragazzi in ulteriori riconoscimento per rispetto nei loro confronti”.

RACZ E LOYOS?
Karol Racz e Alexandru Loyos per ora restano in carcere, ma non per la Caffarella. Rizzi non si sbilancia su eventuali legami dei due con la violenza: “Questo è un aspetto ancora tutto da verificare. Dobbiamo capire perché Loyos ha reso quella testimonianza, se voleva difendere qualcuno o meno”.

Alla domanda se i due arrestati somigliano a Racz e Loyos Rizzi ha risposto positivamente: “C'è molta somiglianza. Certo non sono identici, ma la somiglianza c'è. Il moro ha entrambi gli incisivi e non ha alcun dito mozzato. Il biondino non è poi veramente biondo, ma castano chiaro".
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