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Cronaca Ponte Mammolo / Via Palombini Giovanni

"Ogni volta è una tortura, la mia sedia a rotelle non passa dalla cabina elettorale"

Mara Ruggeri, 67 anni, affetta da poliomelite, racconta la sua esperienza al seggio di Casal de'Pazzi. "La verità è che non si ricordano di noi, non esistiamo, ma votare è un diritto per tutti"

C'è poco da cantar vittoria, se pensiamo che c'è chi, con la sedia a rotelle, non passava dalla cabina elettorale.  A Roma per molti esercitare il diritto di voto è stata un'impresa. E tra spogli, conteggi e commenti di giubilo o sconforto, c'è chi ricorda che il paese ha tanta, ma tanta, strada da fare. 

LA STORIA DI MARA - Nel migliore dei casi sono rotti gli ascensori, altrimenti c'è il rischio che l'ingresso nel gabbiotto dove si compila la scheda sia troppo stretto. "Ogni volta è una tortura. Non posso entrare con la sedia a rotelle all'interno della cabina" racconta Mara Ruggeri, 67 anni, affetta da poliomelite. "Alle precedenti votazioni, mi hanno portata dietro un albero per compilare la scheda. Due anni fa, invece, hanno smontato la cabina ma una parete mi è caduta addosso. Umiliazioni che nel tempo si ripetono, nonostante le mie segnalazioni". 

LA SCUOLA DI CASAL DE' PAZZI - Il seggio di Mara, la scuola di via Palombini nel quartiere di Casal de' Pazzi a Roma, è stato segnalato dal comune come una delle sezioni elettorali senza barriere architettoniche. Peccato però che la cabina destinata ai disabili è troppo stretta per permettere l'accesso a una persona sulla sedia a rotelle. Così, quando alle 16 del pomeriggio Mara arriva in via Palombini, è costretta ad aspettare pazientemente che la presidente del seggio trovi un modo per farla votare tra l'imbarazzo degli altri scrutatori. 

Alla fine l'unica soluzione è allargare una delle pareti della cabina e togliere il tavolo dove si appoggiano le schede per scrivere il voto. Ma anche così la carrozzina di Mara non entra completamente. La presidente del seggio assicura: "Farò una relazione al Comune. Non accadrà più". E poi si scusa: "Dovevo controllare che la cabina fosse montata con una cerniera apribile". 

"MOLTI DISABILI RINUNCIANO A VOTARE" - Mara racconta: "Molte persone disabili del mio quartiere preferiscono restare a casa. Rinunciano a votare. Ma è un nostro diritto, non un favore che ci viene concesso". Anche nel resto dei seggi di Roma la situazione non è migliore: barriere architettoniche al liceo Kennedy in via Nicola Fabrizi e al Visconti di piazza del Collegio Romano. Ascensori rotti all'istituto Liegro di via Facchinetti. 

"NON SI RICORDANO CHE ESISTIAMO ANCHE NOI" - Per legge i disabili possono votare in una sezione del comune priva di barriere architettoniche e dove sia allestita almeno una cabina elettorale che permetta l'accessibilità alla carrozzina. Inoltre, la lista dei candidati deve essere affissa a un'altezza che consenta una lettura agevole e il piano di scrittura deve essere posto a circa 80 centimetri. "La verità", continua Mara "è che non si ricordano mai che esistiamo anche noi. Ogni anno spero che sia diverso ma puntualmente non cambia nulla".

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