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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Garbatella / Piazza Michele da Carbonara

Uno sguardo di troppo mentre vende rose: 32enne aggredito a Garbatella

Un uomo gli ha spaccato il setto nasale con una testata, poi è fuggito. "Non so cosa ho fatto, diceva che guardavo la moglie, io non ho guardato nessuno"

"Ho paura, qui non torno più". Molin, 32 anni, del Bangladesh, ha il naso rotto. E' ancora scosso dall'immagine del sangue che gli scorre addosso, dal volto al collo alla maglietta, fino al rubinetto del nasone dove ha tentato di fermare l'emorragia soccorso dai passanti. Tira fuori dalla tasca il referto medico, cerca di decifrarlo. "Frattura del setto nasale", dieci giorni di prognosi, medicazioni quotidiane, riposo. Parla italiano a stento, ma ha capito che deve tornare in ospedale per una visita di controllo a fine mese. 

"Io non so cosa ho fatto, diceva che guardavo sua moglie ma non è vero, io giuro che non ho guardato nessuno". Un uomo lo ha colpito con una testata in mezzo agli occhi dopo averlo accusato di fissare "la sua donna", e lui ripete la scena come un disco rotto. Siamo a Garbatella, in piazza Michele da Carbonara, alle porte del quartiere vecchio dove affacciano gli "alberghi suburbani" del Ventennio. Venerdì sera intorno alle 21, Molin è stato aggredito, apparentemente senza una ragione scatenante. In sella alla sua bici nera provava a vendere ai passanti almeno una delle rose incastrate nel portapacchi sulla ruota posteriore. Lo fa ogni giorno da quando ha perso il lavoro in un caffè di Ostiense. 

Non è chiaro cosa abbia spinto l'uomo ad accanirsi contro Molin, che però racconta la sua versione mille volte (e i testimoni che erano in piazza quella sera lo confermano): l'aggressore si trovava con una signora a bordo di un'auto parcheggiata, avvicinato da Molin che avanzava con i fiori, lo ha cacciato in malo modo, non accontentandosi della sola violenza verbale. In un lampo è sceso dal mezzo, gli ha spaccato il naso con una "capocciata" secca a metà viso, e se ne andato con una macchina di colore grigio. 

Stando a quanto Molin spiega più volte a chi gli tiene il ghiaccio sul volto, a chi esce dal bar e chiama 118 e 112 appena si accorge che il sangue scorre a fiotti, agli agenti di polizia del commissariato Colombo accorsi sul posto, "l'uomo diceva che guardavo la moglie, che non dovevo guardarla, ma io non stavo guardando nessuno". Ha ben presente il volto di chi lo ha malmenato, saprebbe descriverlo, ma sceglie di non sporgere denuncia, ha paura di possibili ritorsioni. 

"Non mi è mai successo niente del genere, sono in Italia da cinque anni - tira fuori subito il permesso di soggiorno e ce lo mostra - e non ho mai avuto un problema con la polizia, a me non mi piace il casino". In zona il volto di Molin non è nuovo. Abita nel quartiere San Paolo, ogni tanto nei suoi giri quotidiani in bicicletta passa anche dai lotti popolari di Garbatella. E chi ha avuto a che fare con lui è ancora più interdetto, perché "è il ragazzo più tranquillo del mondo", vittima di un raptus di violenza che non ha spiegazioni. Se mai ce ne fossero di plausibili. 

Chi abita negli "alberghi" che hanno le finestre sulla piazza sente il bailame e scende subito. "Un ragazzo è stato picchiato, vendeva delle rose", la voce fa il giro rapido a suon di "ma hai visto che è successo?". Qualcuno sì, ha visto, ma preferisce non parlare. La piazza alle 21 d'estate è ancora popolata, tra chi sta terminando l'aperitivo al baretto, chi porta a spasso il cane, chi stremato dal caldo spera in una folata di ponentino seduto sulla panchina. La maggioranza condanna la violenza: "La gente ha perso la testa". Ma non manca chi si fa scappare a denti stretti un "a volte questi venditori di rose sono insistenti". E chi, con riso amaro, sdrammatizza: "E' il caldo, dà alla testa". 

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