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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Camilluccia / Via Pompeo Neri

"Con tre mesi abbiamo fatto 150 rapine in banca": sgominata pericolosa banda

Undici i colpi accertati dai carabinieri per un bottino di oltre un milione di euro. Quattro le persone arrestate

In una intercettazione si vantavano tra loro del numero di rapine messe a segno: "Un macello abbiamo fatto, un macello, con tre mesi abbiamo fatto una cosa tipo, 150 rapine. Capito che ti voglio dire?". A creare il terrore nelle banche della Capitale una pericolosissima associazione per delinquere, composta da 4 persone, dedita alla commissione di rapine ai danni di istituti di credito, aggravate dal sequestro di persona del direttore della filiale e dall’uso di armi da fuoco. 

UNDICI RAPINE ACCERTATE - Sono state, nella circostanza, attribuite alla banda 11 rapine commesse nell’arco temporale di in un anno, per un bottino complessivo di circa un milione e mezzo di Euro. Tre rapinatori sono romani, rispettivamente di 28, 51 e 53 anni, tutti già noti alle forze dell’ordine, tratti in arresto questa mattina dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Roma su richiesta della Procura della Repubblica capitolina.

QUARTO COMPONENTE DELLA BANDA - Il quarto componente della banda, un pregiudicato di Ladispoli, è indagato a piede libero e non è stato arrestato per le precarie condizioni di salute in cui versa. I tre romani erano stati già arrestati in flagranza di reato il 22 ottobre dello scorso anno mentre stavano per mettere a segno un colpo presso la filiale della banca Monte dei Paschi di Siena di via Pompeo Neri, in zona Vigna Stelluti.

Rapinatori seriali di banche: sgominata banda

L'ARRESTO - Quel giorno, i tre rapinatori, da tempo sotto osservazione dai Carabinieri di via in Selci, dopo aver lasciato in strada uno scooter rubato da utilizzare per la successiva fuga, si erano appostati all’esterno della banca per commettere una rapina all’apertura mattutina della filiale. Con estremo tempismo i Carabinieri erano intervenuti dopo aver notato che due rapinatori avevano impugnato la pistola ed indossato parrucche, scalda collo e guanti, nel momento in cui il direttore della filiale stava sopraggiungendo per effettuare l’apertura della banca. Il terzo uomo si era invece sistemato in posizione defilata per svolgere le funzioni di “palo”.

LE PISTOLE - Dopo l’arresto, i tre erano stati trovati in possesso di due pistole, una Beretta calibro 9 ed una calibro 7,65; in tasca avevano delle fascette in plastica, utilizzate dai malviventi in precedenti rapine per immobilizzare gli impiegati della banca.

IL PALO CON LO SCANNER - Il bandito di Ladispoli era stato arrestato, invece, dopo qualche giorno poiché ritenuto responsabile di aver concorso con i predetti al tentativo di rapina in banca, ricoprendo il ruolo di ascoltare le comunicazioni radio delle forze di polizia e comunicare ai complici, mediante telefoni dedicati, notizie sull’eventuale presenza di pattuglie in zona. Infatti, il soggetto era stato trovato in possesso di un multiscanner impostato sulle frequenze delle forze dell’ordine.

ASSOCIAZIONE PER DELINQUERE - Dopo l’arresto in flagranza, i Carabinieri hanno dimostrato, a seguito di minuziosi e approfonditi accertamenti, a carico dei quattro malviventi la loro natura di banda organizzata in associazione per delinquere,  specializzata nelle rapine in banca, tutte commesse con l’identico modus operandi, con cadenza mensile. 

MODUS OPERANDI - In particolare, la tecnica dei rapinatori prevedeva sempre il loro agguato nei confronti del direttore della filiale prescelta; poi, mentre questi si accingeva ad iniziare le operazioni di apertura, lo immobilizzavano mediante l’uso delle armi; aspettavano quindi che giungessero i dipendenti, i quali venivano legati con le fascette in plastica venendo segregati in una stanza. I malviventi attendevano, dunque, l’apertura temporizzata delle casseforti e, dopo averle svuotate, si dileguavano.

LE BANCHE RAPINATE - Il complice di Ladispoli li seguiva a distanza con lo scanner, avvisandoli dell’eventuale arrivo delle forze dell’ordine. Gli investigatori hanno raccolto inconfutabili elementi probatori in merito alla commissione di altre 10 rapine, avvenute dall’ottobre 2014 al settembre 2015 e tutte commesse con l’impiego di armi da fuoco e con l’uso di parrucche ed occhiali quale modalità di travisamento. Di seguito sono cronologicamente elencate le rapine addebitate agli arrestati : 12 settembre 2014: Banca Popolare di Civitavecchia in Roma via Prati Fiscali nr. 108; 24 settembre 2014: Credito Cooperativo di Roma via Indro Montanelli nr. 109; 23 ottobre 2014: Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza via Sistina nr. 104; 11 dicembre 2014: Banca del Fucino via degli Scipioni nr. 131; 20 gennaio 2015: Credito Valtellinese via Orti della Farnesina 88; 6 marzo 2015: Banca delle Marche via Crescenzio nr.45; 21 aprile 2015: Banca Monte Paschi di Siena via Pasquale II nr. 5; 16 giugno 2015: Banca Credem via Flaminia nr. 693; 30 luglio 2015: Banca Marche via Antonio De Viti De Marco nr. 48/C; 14 settembre 2015: Banca Popolare di Puglia e Basilicata via Vitelleschi nr. 33; 22 ottobre 2015: Banca Monte dei Paschi di Siena via Pompeo Neri nr. 46.

TERZA PISTOLA - Un’altra pistola, - una beretta 7.65 con 7 colpi nel serbatoio, provento di furto - oltre alle due sequestrate all’atto dell’arresto in flagranza di reato, è stata rinvenuta dai Carabinieri nel corso dell’operazione, ben occultata e prontamente impiegabile, in una fioriera dell’appartamento di uno dei rapinatori, residente in Corso Francia; l’uomo, grazie alla fulminea irruzione dei carabinieri del Reparto Operativo di Roma, non ha avuto il tempo di utilizzarla.

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