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Cronaca Appio Latino / Via della Caffarella

Minorenni derubati e minacciati all'Appio, presa la banda di "Ciuffo bianco"

La Baby gang decapitata dalla polizia. Sette gli episodi accertati con almeno 12 giovanissimi coinvolti. Le indagini cominciate dopo una rapina a danno di un 16enne nel parco della Caffarella

Il capo si distingueva per avere un evidente Ciuffo bianco in testa mentre molti degli altri componenti sono stati incastrati dai loro tatuaggi, a volte identici. A mettere fine alle scorribande di una baby gang che imperversava nella zona dell'Appio Latino gli agenti di polizia che hanno decapitato un 'branco' che adescava giovani coetanei dietro richiesta di una banale informazione o mediante l'offerta di hashish, per poi, con forte intimidazione e minaccia armata, rapinarli.

SETTE EPISODI ACCERTATI - Gli investigatori del commissariato Appio Nuovo, coordinati dalla dottoressa Pamela De Giorgi, hanno accertato che i componenti dalla banda, sebbene giovani d’età e non ancora tutti maggiorenni, erano dediti alla commissione di rapine nei confronti di adolescenti intercettati in modo casuale. Forti del potere intimidatorio del branco, delle loro qualità fisiche e sotto la minaccia di armi, individuavano le loro giovani vittime malmenandole e derubandole dei soldi, degli oggetti in oro e dei telefoni cellulari. Almeno 7 gli episodi accertati con almeno 12 giovanissimi coinvolti.

RAPINA AL PARCO DELLA CAFFARELLA - Le indagini sono scaturite da un episodio verificatosi all’interno del parco della Caffarella, all’Appio-Latino, dove un giovane di 16 anni dopo esser stato rapinato ha denunciato l’accaduto negli uffici del Commissariato Appio Nuovo. La vittima ha raccontato agli investigatori di essere stato avvicinato da tre ragazzi per una richiesta di informazioni e di essere stato minacciato con un coltello mentre gli strappavano dal collo una catenina d’oro. Dopo poche ore da questa prima denuncia, un secondo fatto identico veniva portato a conoscenza dello stesso ufficio di Polizia.

LA BANDA DI "CIUFFO BIANCO" - Apparse subito evidenti ai poliziotti le analogie nel “modus operandi” e nelle descrizioni degli autori dei reati: identici i tatuaggi, come identico il “il ciuffo bianco” di quello che appariva essere il capo della banda per le sue modalità maggiormente aggressive dimostrate e per l’arma brandita. 

INFORMAZIONI SUI SOCIAL NETWORK - Gli investigatori iniziavano la loro ricerca incrociando i riscontri delle banche dati con le informazioni tratte da social network, sviluppando una pista investigativa partendo anche dalla presenza nella comitiva della prima vittima di un ragazzo compagno di classe della “fidanzatina” di uno degli autori dell’aggressione conosciuto per caso. Compiuti poi colloqui con alcuni ragazzi, fatte fotografie ed appostamenti utili a comprendere le dinamiche della giovane banda.

LA BABY GANG - Un terzo episodio delittuoso ha poi portato alla definitiva individuazione di tutti i componenti: una coppia di fratelli, di 23 e 19 anni, un altro 19enne, e due 17enni tra cui la giovane fidanzatina di uno dei due fratelli. Degna di rilievo la tipologia di coesione sociale della banda, retta da vincoli di amicizia e di parentela.

TRE ARRESTI - In considerazione delle prove raccolte, della spiccata pericolosità sociale dei soggetti e della gravità dei fatti - testimoniata dall’utilizzo di coltelli e tirapugni per effettuare le rapine - è stata disposta la misura della custodia cautelare in carcere nei confronti del 23enne e di uno dei due 19enni, e la misura degli arresti domiciliari, con divieto di comunicazione con persone diverse dai familiari coabitanti, per l'altro 19enne (fratello dell'altro arrestato). Le posizioni dei due soggetti minori d’età sono al vaglio presso il Tribunale Minorile di Roma.
 

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