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Cronaca

Babò: il coniglio che ha invaso le strade della Capitale

Svelato l'arcano dietro il manifesto del coniglio che si trova ormai in ogni angolo di Roma. Una nuova linea d'abbigliamento che il suo creatore ha deciso di promuovere con affissioni non sempre regolari

"Chi è Babò?" O meglio "Cos'è Babò?". Sono queste le domande che hanno attraversato la testa di quanti si sono imbattuti negli enigmatici manifesti raffiguranti un coniglio in stile cartoon su sfondo blu ormai disseminati per Roma.

LINEA D'ABBIGLIAMENTO - Alla fine il mistero è stato svelato: Babò è una nuova linea d'abbigliamento lanciata da un aspirante stilista 24enne, tale Simone Chistolini, venduta già in sei negozi di Roma e che presto sbarcherà anche a Milano. Cosa vuol dire Babò? "Non ha un significato preciso - spiega il suo creatore- è soltanto la rivisitazione tra amici della parola vabbè". Nulla di male fin qui. Se non il modo in cui lo stilista ha deciso di promuovere il suo marchio: il faccione dall'aria "sballata" del coniglio, infatti, ha praticamente invaso le strade della Capitale a partire dalla scorsa settimana.

I MANIFESTI - Il manifesto di Babò si trova ovunque: sugli spazi riservati alle pubbliche affissioni, sugli spqr, colonnine di parcheggio, muri, cassonetti e qualsiasi altro posto garantisca visibilità al marchio. Inutile dire che questo tipo di affissione è nella maggior parte dei casi abusiva, e oltre ad imbrattare la città, danneggia sia i regolari inserzionisti, i cui manifesti regolarmente pagati vengono coperti, che i competitor della linea d'abbigliamento che si fanno pubblicità in maniera legale. L'iniziativa del 24enne romano, per quanto lodevole in un momento in cui fare imprenditoria è estremamente difficile, pecca totalmente di senso civico e rispetto per la città. A Roma non bastavano i manifesti abusivi dei politici, adesso è il turno del coniglio.

Babò, i manifesti che hanno invaso la città | foto www.romafaschifo.com

PUBBLICITA' SCORRETTA -  Chistolini è riuscito a trovare il modo per far parlare di sè e del suo marchio. Ma anzichè spremersi le meningi per escogitare una strategia pubblicitaria innovativo e soprattutto legale, ha preferito la strada più semplice: tappezzare la città di manifesti affidandosi con tutta probabilità alle stesse cooperative di attacchini che in tempo di elezione sono al soldo dei partiti. Risultato? la città bombardata senza nessun rispetto per il decoro o per chi regolarmente paga le proprie inserzioni, evasione delle Imposte sulle affissioni e un'attitudine assolutamente menefreghista nei confronti delle regole. Babò.

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