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Cronaca Casal Bertone / Via San Romano, 92

Violenze sui bambini all'asilo San Romano: mobbing a chi denunciava

Emergono nuovi particolari sui fatti che hanno portato all'arresto delle due docenti della scuola dell'infanzia di Portonaccio. I genitori della classe dove insegnava la maestra si costituiranno parte civile

Si svolgerà lunediì l'interrogatorio di garanzia della maestra, Franca Mattei, e della direttrice scolastica, Maria Rosaria Citti, della scuola materna 'San Romano' di Portonaccio finite agli arresti domiciliari con l'accusa di aver maltrattato alcuni bambini. A svolgere l'interrogatorio sarà il gip del tribunale di Roma, Elvira Tamburelli, che ha firmato l'ordinanza di arresto. Ieri gli investigatori del Commissariato di San Basilio, diretti da Adriano Lauro, hanno ascoltato come testimoni il personale della scuola materna.

VIDEO - Sono state sentite maestre, bidelle e alcuni genitori su delega del pubblico ministero Eugenio Albamonte. Alcuni genitori hanno chiesto agli agenti di poter visionare i video che ritraggono i maltrattamenti, filmati nelle classe dal 24 aprile all'8 maggio, subiti dai bambini da parte della maestra arrestata. Richiesta che, al momento, non può essere accolta e che sarà oggetto di valutazione da parte del magistrato

MOBBING - Si era creato un muro di omertà, alimentato dalle minacce di mobbing per chi provava a denunciare i comportamenti violenti della maestra, nell'asilo nido pubblico del Tiburtino. E' questo il quadro che emergerebbe dalle indagini, suffragato anche dal racconto fatto da colleghe e bidelli agli investigatori. "Non abbiamo denunciato i fatti perché chi segnalava queste cose con insistenza veniva emarginato o insultato e qualcuno aveva anche paura di perdere il lavoro".

TERRORE IN AULA - Erano minacce di "mobbing", secondo gli investigatori, quelle di Maria Rosaria Citti, la preside della scuola materna 'San Romano' nei confronti del personale scolastico che contestava i comportamenti violenti di Franca Mattei, 63 anni, nei confronti dei bimbi. In aula non era permesso farsela addosso dalla paura, bisognava chinarsi e pulire: altrimenti la minaccia era di mettergli la faccia a terra sull'urina.

ACCUSA - Questi, secondo l'accusa, erano i metodi educativi della maestra Franca. Ieri nell'asilo sono arrivati anche gli ispettori del Ministero dell'Istruzione. Mentre la polizia ha ascoltato oltre una decina di persone, tra docenti e bidelli, che stanno confermando i comportamenti violenti della maestra. Alcuni ne sarebbero stati diretti testimoni, altri lo avrebbero appreso dai colleghi. Ma nessuno avrebbe denunciato a causa delle minacce di mobbing o persino la paura di perdere il lavoro.

I RACCONTI - Un'insegnante aveva chiesto di farsi trasferire in un'altra sezione, mentre ad una bidella che segnalava gli episodi di violenza la preside avrebbe risposto: "vai a pulire i c..., queste cose non ti riguardano". Quanto emergerebbe dai racconti di maestre, assistenti scolastici e alcuni genitori ascoltati al commissariato San Basilio.

"COPERTURA DELLA DIRETTRICE" - La maestra, questo è stato accertato dalle indagini, poteva contare sulla copertura della direttrice. "Da fonti probatorie - scrive nell'ordinanza il giudice - emerge in maniera chiara che la direttrice è stata da tempo e ripetutamente informata circa i comportamenti illeciti tenuti dalla maestra" non attivando, però, "alcuno degli strumenti in suo possesso per impedire il quotidiano verificarsi, ma ha anche indotto al silenzio coloro che li andavano denunciando, ricorrendo, a tal fine, alla intimidazione e alla ritorsione". E anche i genitori dei bambini che frequentano l'asilo ora sono preoccupati con molti di loro che ieri non hanno portato i propri figli a scuola. "Intendiamo tutelarli - hanno spiegato alcuni di loro - e prima capire meglio cosa è successo".

PARTE CIVILE - Genitori della classe dove insegnava la maestra arrestata che si costituiranno parte civile nell'eventuale procedimento penale. Lo hanno annunciato, dopo una riunione. Ieri le famiglie dei bimbi si erano dette sorprese dagli episodi denunciati e durante la giornata erano state ascoltate dalla polizia.

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