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Cronaca

LA PETIZIONE - Down e senza assistenza adeguata: "A scuola ci vado anch'io!"

L'appello, su 'Change.org', è rivolto al sindaco Marino. I problemi sono nati dopo che la scuola del figlio ha imposto un educatore diverso da quello scelto dai genitori

Tre anni, affetto da sindrome di down, all' asilo nido si ritrova senza assistenza adeguata, nonostante  sia prevista per legge la presenza di un educatore professionale un' adeguata esperienza a carico del Comune. La denuncia viene dalla mamma del bambino, Daniela, che su 'change.org' ha iniziato una raccolta firme per chiedere che venga modificata la convenzione comunale per l'assistenza dei bambini disabili, in modo che comprenda la possibilità di avere educatori qualificati. La petizione è diretta al sindaco Marino.

La storia è iniziata nel 2013, quando, giunto il momento di mandare il figlio, Gabriele, all'asilo nido. "Nei nidi pubblici, l’educatore aggiunto è scelto in base ad una graduatoria, tuttavia la risorsa individuata non necessariamente ha maturato specifiche competenze, formative e professionali, nella gestione dei bisogni e delle difficoltà del bambino diversamente abile - scrive la petizione di Daniela - Molti giustificano tale mancanza con il fatto che stiamo parlando di nido, non di scuola, per cui non sono necessarie competenze specifiche; il bambino semplicemente deve essere accudito e giocare", scrive Daniela. Per cui, d'accordo con il marito Cesare, Gabriele viene iscritto a un nido convenzionato, in cui i genitori hanno la possibilità di scegliere personalmente l'educatore aggiunto, risorsa pagata dal Comune.

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Il primo anno di asilo nido termina in maniera eccezionale per il bambino; poi, l'anno successivo, la scuola cambia l'educatore, "inserendo una persona, che pur avendo la qualifica di educatrice, non ha certo l’esperienza della risorsa dell’anno precedente. Tutto questo ci viene giustificato adducendo una motivazione di 'organizzazione interna del nido privato', sottolineando che nostro figlio non ha diritto per legge all’educatore specialistico", continua la petizione.

Legge che, però, afferma che "al bambino da 0 a 3 anni handicappato è garantito l'inserimento negli asili nido, e che l'integrazione scolastica ha come obiettivo lo sviluppo delle potenzialità della persona handicappata nell'apprendimento, nella comunicazione, nelle relazioni e nella socializzazione. Per queste finalità, gli enti e le unità sanitarie locali possono altresì prevedere l'adeguamento dell'organizzazione e del funzionamento degli asili nido alle esigenze dei bambini con handicap, al fine di avviarne precocemente il recupero, la socializzazione e l'integrazione, nonché l'assegnazione di personale docente specializzato e di operatori ed assistenti specializzati". 

E, in effetti, a gennaio, la scuola di Gabriele ha comunicato a Daniela e Cesare che il figlio aveva una serie di disagi. Ma, di fronte alla richiesta dei genitori, rifiuta di cambiare l'educatore. A quel punto, Daniela e Cesare hanno accettato di pagare il nuovo educatore a spese loro. Il commento della madre: "Perché non cambiare scuola? Molti si chiederanno. Il problema non è la scuola, ma un sistema esteso a tutte le scuole. Se sei fortunato tuo figlio viene seguito da educatrici preparate, altrimenti no. Il fatto è che non si parla di fortuna, si parla di coscienza, di buon senso e di sana scuola. Per questo siamo a chiedere la modifica della convenzione con i nidi convenzionati, da parte di Roma Capitale, lì dove l’educatore 'deve aver maturato significativa e esplicita formazione e esperienza professionale nella gestione dei bisogni specifici del bambino diversamente abile, presente nel gruppo cui viene assegnato".

Al momento, la petizione ha raccolto più di 35.000 firme.

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