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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Asili pubblici privatizzati: Usb "in stato di agitazione". Barbera: "Alemanno, scelta indegna"

L'unione sindacale di base critica la scelta di assegnare otto asili nidi in gestione ai privati: "Tutto a discapito della qualità". Barbera: "La decisione di Alemanno è indegna"

Otto asili nido pubblici da privatizzare entro il prossimo anno. E' questa, in pratica, la strategia individuata dalla giunta Alemanno per ridurre le infinite liste d'attesa del Comune di Roma. E per cercare di contenere al massimo gli elevati costi di gestione. La proposta, però, scontenta, e non poco, l'Unione sindacale di base che ha già annunciato lo stato d'agitazione. 

"Dal primo settembre 2013, saranno otto i nidi pubblici messi a bando per essere privatizzati dall' amministrazione del sindaco Alemanno. I privati che prenderanno in gestione gli asili, avranno un contributo di 480,769 € mensili per ogni bambino preso dalle liste di attesa del Comune di Roma", spiega Caterina Fida, dirigente sindacale Usb del Comune di Roma.
 
La Fida, poi, fa i conti: "645 bambini per una cifra totale di 10.233.173 milioni di Euro sono una cifra importante, regalata a chi pretende di fare impresa con i soldi pubblici. La stessa somma, però, è ridicola se si considera che per gestire un asilo, garantendo la qualità necessaria, c'è bisogno di almeno il doppio". Caterina Fida ha ben chiaro in mente dove verranno recuperati i soldi mancanti: "Il sistema è ormai collaudato: il contenimento dei costi ed i guadagni saranno realizzati sulle spalle delle educatrici, sui loro salari dimezzati, sulle ore in più lavorate. In sostanza sullo sfruttamento del personale e sulla precaria assistenza offerta ai bambini".
 
I problemi, però, non finiscono qua: "A questo - sottolinea Fida - si va ad aggiungere la vergogna dell'affollamento. Pensiamo, ad esempio, al nido di via Valcannuta nel XVI Municipio, dove è prevista l’accoglienza di 98 bambini per una superficie netta utile totale di 502 mq, comprensiva di servizi, spazi per il personale, cucina, ossia spazi non utilizzati dai bambini. Sono 5,2 mq per ogni bambino, parametri vistosamente peggiorativi anche rispetto a quelli fissati dalla legge sui 'nidi pollaio' voluta dalla Polverini”.
 
Insomma, è emergenza vera. "Il modello voluto da Alemanno è un servizio di custodia anacronistico e indegno di una società civile", attacca la rappresentante sindacale che conclude: "Gli otto nidi devono dunque essere immediatamente aperti con una gestione pubblica e di qualità, assumendo le educatrici precarie del Comune di Roma. Per questo, l'Usb ha proclamato lo stato di agitazione di tutto il personale educativo fino a quando non sarà ritirato il bando".

Solidarietà alla scelta di Usb e critiche ad Alemanno sono arrivate anche da Giovanni Barbera, membro del Prc e presidente del Consiglio del Municipio Roma XVII (ora accorpato al I): "Sosteniamo la lotta contro la privatizzazione del servizio degli asili nido in città. La decisione di mettere a otto nidi pubblici, per il prossimo anno, è una scelta scellerata che tenta di aumentare il numero dei posti disponibili scaricando i costi sull'utenza e sulle operatrici". 

A rischio la qualità del servizio offerto: "Una pessima decisione che abbasserà gli standard qualitativi del servizio e aumenterà i disagi per chi sarà costretto a lavorare con retribuzioni più basse e maggiori carichi di lavoro - continua Barbera che conclude - Insomma, una scelta indegna per un Paese civile, favorevole solo ai privati che si aggiudicheranno il bando e che potranno gestire privatamente tali nidi contando però su ingenti contributi pubblici erogati dal Comune di Roma". 

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