rotate-mobile
Cronaca

Laziali a Varsavia: 22 i tifosi ai quali è stato confermato lo stato di fermo

Molti di loro hanno subito condanne con la condizionale. Secondo l'ambasciata italiana tutti gli altri supporters sono già liberi. A tre giorni dai fermi operati dalla polizia nella capitale polacca ancora polemiche

Sono complessivamente 22 le persone alle quali è stato confermato lo stato di fermo in Polonia in attesa del giudizio dopo le tensioni avvenute tre giorni fa prima e durante la partita della Lazio con il Legia Varsavia. Secondo l'ambasciata gli altri 115 italiani bloccati dalla polizia sono già liberi. Molti di loro hanno subito condanne, con la condizionale, che vanno da due a sei mesi di prigione.

SCINTILLE ALL'ANDATA - Una vicenda tortuosa che ha come appendice gli scontri della gara d'andata a Roma quando gli ultras del Legia Varsavia crearono non poche difficoltà all'ordine pubblico dai primi arrivi dei polacchi nella Capitale sino alle tensioni antecedenti la gara dello stadio Olimpico nel settore a loro riservato.

TENSIONI A VARSAVIA - Ai primi arrivi nella capitale polacca dei tifosi da Roma sono cominciate le prime scaramucce verificatesi in un hotel di Varsavia con i primi 17 supporters biancocelesti fermati. Nel pomeriggio del 29 novembre il caos con le immagini che rimbalzano da Tvn 24 che parlano di tensioni in Ulica Marszalkowska, scelta come punto di raduno dai supporter capitolini per dirigersi insieme alla Pepsi Arena, con la notizia di alcuni tifosi della Lazio che si sarebbero scontrati con le forze dell'ordine prima a parole e poi con il lancio di alcune bottiglie e sassi.

149 FERMI - La polizia ha quindi deciso di fermare 149 persone per essere identificate. Secondo le forze dell'ordine polacche i tifosi romani, alcuni dei quali con il passamontagna, avevano attaccato i poliziotti nel centro di Varsavia lanciando pietre e bottiglie. Le persone fermate sono poi state portate in questura per essere identificate.

IL VIDEO DI TVN 24

RABBIA E CAOS - Quindi il caos con l'ambasciatore italiano a Varsavia in contatto costante con le forze di polizia polacche e l'istituzione di una unità di crisi dalla Farnesina. Dalla capitale polacca rimbalzano notizie contrastanti con un centinaio di tifosi italiani ancora fermi in Polonia al pomeriggio del 30 novembre. Dei 149 tifosi laziali (questo il numero esatto diffuso dall'ambasciata a Varsavia) fermati giovedì 28 novembre, la polizia ne aveva trattenuti 137. Di questi, una trentina sono stati rilasciati venerdì 29 novembre all'ora di pranzo, secondo i numeri diffusi sul sito della polizia che ha anche pubblicato due video: in uno si possono vedere alcune persone che lanciano delle bottiglie verso una camionetta; nell'altro vengono mostrati alcuni oggetti trovati in possesso dei tifosi biancocelesti, coltelli, un'ascia e un casco.
 
MULTA E RILASCIO - Nel frattempo arrivano le parole di uno dei fermati: "La polizia ci ha fermato perché cantavamo per strada. Ce la siamo cavata con una multa pari a 50 euro per quella che loro chiamano un'infrazione, altrimenti ci saremmo fatti 30 giorni di carcere. Abbiamo avuto un pò di paura, ma siamo stati trattati bene".

TELEFONATA DI MARINO - Una situazione che ha determinato molte polemiche innescate da diversi esponenti della politica romana sino alla telefonata di ieri del sindaco Ignazio Marino al ministro degli Esteri: "Ho contattato telefonicamente il Ministro degli Esteri, Emma Bonino, per conoscere la situazione dei 107 cittadini romani trattenuti a Varsavia. Il Ministro mi ha confermato che è attiva l’unità di crisi alla Farnesina. Proseguono, intanto, in maniera costante i contatti tra l’ambasciata italiana e le autorità polacche. Il Ministero degli esteri – che desidero ringraziare - mi ha fornito notizie confortanti sulle condizioni dei tifosi della Lazio e mi ha rassicurato sul fatto di aver attivato tutte e procedure necessarie per favorire il loro rientro a Roma nelle prossime ore".

FARNESINA - Il ministro degli Esteri Emma Bonino ha poi incaricato l'ambasciatore italiano in Polonia di adoperarsi presso le autorità locali perché vengano "immediatamente rilasciati" i tifosi laziali ancora in stato di fermo "che non hanno precise responsabilità penali" per gli incidenti avvenuti prima della partita Legia Varsavia-Lazio di giovedì scorso. "L'Ambasciatore e altri funzionari si trovano in diversi commissariati per seguire da vicino lo sviluppo dei procedimenti giudiziari - ha aggiunto la Ministro in una nota - ricordando "che una sessantina di tifosi laziali sono ancora sotto fermo e sono in queste ore sotto processo per direttissima da parte delle autorità giudiziarie polacche e, ha aggiunto, "non si può escludere che qualcuno di essi possa essere soggetto a misure restrittive della libertà personale per aver commesso reati di diversa gravità". La responsabile della Farnesina ha anche aggiunto che tutti gli altri connazionali sono stati già rilasciati e stanno facendo rientro in Italia. Una sessantina di tifosi laziali sono ancora sotto fermo e sono in queste ore sotto processo per direttissima da parte delle autorità giudiziarie polacche", in seguito agli incidenti del pre-partita di Legia Varsavia-Polonia". "Non si può escludere che qualcuno di essi possa essere soggetto a misure restrittive della libertà personale per aver commesso reati di diversa gravità".

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Laziali a Varsavia: 22 i tifosi ai quali è stato confermato lo stato di fermo

RomaToday è in caricamento