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Cronaca Torrevecchia / Via Mattia Battistini

Tragedia Battistini, la madre fa arrestare i 2 fuggitivi: "Sono scoppiati a piangere"

I due ricercati sono stati trovati in un campo agricolo distante cinque chilometri dal campo de La Monachina. Dovranno rispondere di "concorso in omicidio volontario"

Li hanno trovati in un campo agricolo distante cinque chilometri dal campo rom de La Monachina dove erano residenti. E' durata meno di cinque giorni la latitanza dei due fratelli di 17 e 19 anni che lo scorso mercoledì hanno investito nove persone uccidendo una donna di 44 anni mentre fuggivano dalle volanti della polizia. Ad indicare agli investigatori della Squadra Mobile dove potevano essersi nascosti la madre dei due. Una informativa che ha dato i suoi frutti con gli investigatori che hanno trovato i due ricercati nascosti in un covone, sporchi, con i vestiti laceri e secondo le informazioni divulgate a digiuno dal momento della latitanza.

FRATELLI IN LACRIME - Una ricerca a 360 gradi con gli agenti della Mobile che hanno da subito concentrato i loro sforzi alla ricerca dei due fratelli bosniaci di 17 e 19 anni . Una volta individuati i giovani non hanno opposto nessuna resistenza, consegnandosi alle forze dell'ordine e scoppiando poi in lacrime. Accompagnati alla Questura centrale di via San Vitale, ed ascoltati dai magistrati del Tribunale Ordinario e del Tribunale dei Minori i due si sono avvalsi della facoltà di non rispondere per poi essere sottoposti a fermo di indiziato di delitto con le accuse di "omicidio volontario in concorso". I due sono poi stati tradotti nel carcere di Regina Coeli e nel carcere minorile di via Virginia Agnelli.

CINQUE GIORNI DI FUGA - Un'attività investigativa complicata quella messa in atto dagli uomini della Mobile capitolina che dopo aver fermato una ragazza di 17 anni, nella 'auto pirata' con i due e poi arrestata con la medesima accusa contestata ai due fratelli bosniaci, hanno cominciato la ricerca dei due fuggitivi senza soluzione di continuità passando al setaccio diversi campi rom della Capitale ed estendendo l'attività investigativa anche in case popolari ed altre abitazioni private dell'Urbe. Una ricerca che ha dato esito positivo questa mattina all'alba, quando i due si sono arresi alla vista delle forze dell'ordine.

SEMPRE A ROMA - Ad indicare le modalità che hanno portato al fermo dei due il primo dirigente della Squadra Mobile Luigi Silipo che nel corso di una conferenza stampa ha indicato come i due siano sempre stati nella Capitale, senza soldi nè cellulare. Uno dei, il maggiorenne, è stato trovato inoltre con una ferita al ginocchio, anche se resta da accertare se sia successiva o se se la sia procurata durante la folle fuga a bordo della Lancia Lybra. Il cellulare del maggiore dei due è stato trovato nell'auto incidentata.

INDAGINI - Le indagini sono state sviluppate attraverso acquisizioni testimoniali, riscontri incrociati, verifiche sui luoghi, perquisizioni e controlli in varie zone della città con gli investigatori convinti sin dal primo momento che "alla guida dell'auto ci fosse il fratello minorenne". Un aspetto confermato anche dal fatto che diversi testimoni hanno indicato nella sua persona, seppure minorenne e senza patente, il proprietario effettivo della Lancia Lybra usata per la fuga, anche se l'auto risulta intestata ad un cittadino italiano (estraneo ai fatti di via Battistini) proprietario di circa 60 vetture. Gli investigatori hanno acquisito in questi giorni registrazioni delle telecamere di sorveglianza della zona e diverse testimonianze che convergerebbero su questa ipotesi.

INDAGINI SU UNA QUARTA PERSONA - Conclusa questa prima fase d'indagine, gli investigatori sono ora al lavoro per comprendere i motivi che hanno portato i tre a non fermarsi all'alt impostogli dalla volante della polizia con la quale hanno poi ingaggiato l'inseguimento. Resta da appurare se nell'auto ci sia stata una quarta persone, ipotesi sulla quale gli agenti della Mobile mantengono il massimi riserbo.

ANNUNCIO DI ALFANO - A dare la notizia del fermo dei due il ministero dell'Interno Angelino Alfano: "Sono stati individuati dalla Polizia e condotti in Questura i due rom che sarebbero stati a bordo dell'auto pirata, causa dell'investimento mortale nei giorni scorsi. Si tratta di due ragazzi di 16 e di 19 anni, il primo sembra fosse alla guida".

IL SINDACO MARINO - "Mi congratulo con le forze dell'ordine, il Prefetto e il Questore che, lavorando giorno e notte, hanno assicurato alla giustizia i responsabili di tanto dolore, coloro che hanno strappato Corazon Abordo al marito, alle figlie e a tutta la sua famiglia, devastando le loro vite - le parole del sindaco Ignazio Marino subito dopo il ritrovamento dei due -. Rinnovo il mio sentimento di vicinanza ai suoi familiari e a tutti gli altri feriti: persone comuni che rientravano da una giornata di lavoro in un quartiere della nostra città, dove italiani e stranieri vivono fianco a fianco in pace. Chi vive al di fuori della legge non può trovare spazio nella nostra città e nel nostro Paese e il Campidoglio si costituirà parte civile nel processo contro queste persone".

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