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Cronaca Via Giuseppe Lazzati

Omicidio Roberto Musci a Casalotti: arrestato il killer

Il 34enne venne ucciso con sei colpi di pistola lo scorso 23 gennaio. Si trovava agli arresti domiciliari nella propria abitazione di via Lazzati

Venne ucciso con sei colpi di pistola sparati a bruciapelo da un killer che poi si allontanò a bordo di uno scooter. A meno di sei mesi di distanza dall'omicidio di Roberto Musci i carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip presso il Tribunale di Roma su richiesta della locale Procura della Repubblica – Dda, ad un romano di 47 anni, pluripregiudicato, individuato quale autore materiale dell’omicidio dell'allora 33enne, commesso nel Comprensorio Borgo Monastero, zona Casalotti, il 23 gennaio 2014.

UCCISO MENTRE SI TROVAVA AGLI ARRESTI DOMICILIARI - Il Musci che si trovava agli arresti domiciliari in una villetta sita in un complesso residenziale di via Lazzati, fu assassinato a colpi di pistola da un individuo sconosciuto, travisato con un casco integrale e occhiali da sole che, presentatosi come ufficiale giudiziario, lo aveva attirato fuori di casa per poi freddarlo in strada con 6 colpi sparati in rapida successione alla testa e al torace. Il killer si era poi allontanato a bordo del mezzo a due ruote con cui era giunto sul posto.

TRACCE SUGLI OCCHIALI DA SOLE - L’autore materiale dell’omicidio è stato individuato dai Carabinieri di via in Selci dopo mesi di indagini ed è stato trovato in possesso di una pistola calibro 9 e di un paio di occhiali da sole su cui, grazie ad accertamenti tecnici eseguiti nei laboratori del Ris dei Carabinieri di Roma, sono state rinvenute due tracce biologiche appartenenti a Roberto Musci, dato che consente di sostenere che l’arma e gli occhiali in questione, siano stati utilizzati dal killer il quale, avendo sparato a distanza ravvicinata, si era sporcato con il sangue della vittima.

METODO MAFIOSO - All’indagato è inoltre contestata l’aggravante di cui all’art. 7 della legge n. 203/91, ossia del delitto commesso con metodo mafioso, avvalendosi delle condizioni previste dall’art. 416 bis c.p., ciò in considerazione delle modalità feroci dell’agguato che risulta presentare le caratteristiche di un omicidio su commissione maturato in contesti di malavita organizzata della Capitale.

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