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Cronaca Via Giovanni Miani

Quattro rapine in una mattinata: arrestata banda di rapinatori di Rolex

I semafori di ia Leone XIII, via Alessandro Severo, viale Trastevere e via Cristoforo Colombo i teatri dei colpi. Il fermo in via Miani, nei pressi di Porta Ardeatina

Stavano tentando la fuga dopo una primissima mattinata d'intenso lavoro. Quattro rapine in poche ore, tutte nello stesso quadrante. Stesso modus operandi, stesso obiettivo: gli orologi. Puntavano la vittima in auto e la seguivano con lo scooter. Aspettavano il rosso al semaforo, si avvicinavano e colpivano, strappando violentemente l'oggetto prezioso dal polso. Quindi la fuga. Nella mattinata di oggi le segnalazioni si sono moltiplicate e i Falchi della mobile sono scesi in strada, nell'ambito del piano anti rapina predisposto dal Questore Fulvio Della Rocca.

Durante la battuta in zona  con gli equipaggi presenti nella zona interessata, hanno intercettato i tre scooter con i fuggitivi a bordo, riuscendo a bloccarli fisicamente in via Miani, nei pressi di via Porta Ardeatina, quando i tre rapinatori, dopo aver abbandonato i motoveicoli, stavano tentando inutilmente la fuga a bordo di una Fiat Punto.

A finire in manette tre napoletani, Giuseppe Galante, Vincenzo Taiani e Salvatore Ben Mohamed tutti e tre con precedenti specifici. Nel corso dell'operazione sono stati sequestrati i quattro orologi di valore, complessivamente circa ottantamila euro, precedentemente rapinati in via Leone XIII, in via Alessandro Severo, in viale Trastevere e nei pressi della via Cristoforo Colombo.

Sono stati inoltre sequestrati i tre motoveicoli e l'autovettura, utilizzati per commettere le rapine, regolarmente intestati a dei napoletani che sono risultati proprietari di molti altri mezzi. Si stanno effettuando degli accertamenti per verificare il loro eventuale coinvolgimento in altri fatti criminosi, avvenuti nella capitale ed in altre città italiane.

Gli arrestati sono considerati dagli investigatori dei veri professionisti delle rapine degli orologi da collezione che, partendo dal capoluogo campano a bordo dell'auto sequestrata, giungevano nella capitale, come dei "pendolari" e dopo agito rapidamente con la solita e collaudata tecnica dello specchietto, ritornavano a Napoli in tarda mattinata a bordo dell'autovettura, lasciando gli scooter nella capitale pronti per essere riutilizzati.

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