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Cronaca

Idi, arresto De Caminada: "Sottratti 14 milioni di euro dalle casse dell'istituto"

Le indagini hanno consentito di accertare "condotte di spoliazioni" messe in atto dal consigliere delegato al Superiore Provinciale dal 2004 al dicembre 2011, incaricato della gestione del comparto Idi-Sanità

Un'intricata vicenda giudiziaria nata da stipendi non versati e incongruenze nella gestione amministrativa dell'ospedale. Questo il punto di partenza dell'inchiesta che oggi ha portato all'arresto dell'ex consigliere delegato dell'Idi, Franco De Caminada.

LE INDAGINI - Secondo quanto accertato dai pm romani, l'Istituto Dermopatico dell'Immacolata (Idi) sarebbe stato oggetto di una spoliazione sistematica delle casse al punto da creare un buco finanziario da 600 milioni di euro che ha portato la struttura sull'orlo della bancarotta mettendo a rischio centinaia di posti di lavoro.

Dal 30 marzo scorso l'istituto è in amministrazione controllata. Oltre agli arresti, altre 10 persone sono state denunciate, a vario titolo, per i reati di riciclaggio, emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, occultamento delle scritture contabili e appropriazione indebita. Le indagini hanno consentito di accertare "condotte di spoliazioni" per un totale di 14 milioni di euro messe in atto da Decaminada, quale consigliere delegato al Superiore Provinciale dal 2004 al dicembre 2011, incaricato della gestione del comparto Idi-Sanità.

ALTRI ARRESTI - Ma anche da Domenico Temperini, all'epoca amministratore delegato di società interamente partecipate dalla Provincia Italiana della Congregazione dei Figli dell'Immacolata Concezione ed attive nel settore della formazione del personale, nonché amministratore di Idi-Farmaceutici e direttore generale pro-tempore del comparto Idi-Sanità e Antonio Nicolella, membro del consiglio di amministrazione della società riconducibili all'Istituto.

I COMMENTI - "La notizia dell'arresto di padre Decaminada e di altri due imprenditori non ci sorprende. Speriamo che la magistratura accerti nel più breve tempo possibile tutte le responsabilità che sono la vera causa della gravissima crisi del gruppo Idi". Lo afferma in una nota il segretario generale della Fp Cgil Roma e Lazio, Natale Di Cola. "La Cgil - aggiunge -, da quando è iniziata questa vertenza, denuncia la mancanza di trasparenza e una gestione 'allegra' delle strutture che hanno portato il Vaticano all'azzeramento dei vertici e al commissariamento delle strutture". Un commento alla vicenda arriva anche dal candidato alle primarie per sindaco di Roma, Ignazio Marino.

"Spero che questo atto molto netto della Procura possa rappresentare un momento di svolta e che si arrivi presto al ritorno della piena operatività dell'ospedale". "E' un'azione molto forte della magistratura che non posso commentare nel merito - ha spiegato -, ma sicuramente c'é la necessità di arrivare a chiarire nei termini più brevi possibili di chi sono le responsabilità e come restituire le somme immense, oltre 500 milioni, sottratte alle casse dell'Idi da una gestione irresponsabile che ha determinato questa situazione gravissima soprattutto per i pazienti e per gli operatori sanitari".

"Da presidente della commissione d'inchiesta sul Servizio sanitario nazionale - ha aggiunto - nei mesi passati ho dedicato molte settimane di lavoro alla gravissima situazione dell'Idi. Voglio anche esprimere solidarietà agli infermieri, ai medici e ai tecnici del Gruppo Idi-San Carlo e ricordare il loro coraggio e la loro generosità, pur non ricevendo con regolarità lo stipendio dallo scorso agosto hanno sempre garantito l'assistenza ai malati, provenienti non solo dalla città, ma da tutta Italia".

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