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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Albano Laziale

"Se non paghi finisci 6 metri sotto terra": tra omertà e violenza, così agiva la banda degli strozzini

L'indagine è partita dopo il sequestro e la liberazione, dopo 3 giorni, di una delle vittime

Minacciato, picchiato e sequestrato. Il tutto per un debito di 13mila euro. La vittima, un albanese di 47 anni, ha però trovato il coraggio di raccontare tutto. E' proprio dalla sua denuncia che, all'alba di questa mattina, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Palestrina hanno dato esecuzione a un'ordinanza di custodia cautelare in carcere (e diverse perquisizioni) tra Tor Bella Monaca, Albano Laziale, Nuoro e Teramo per i reati di usura, estorsione, lesioni personali, favoreggiamento e detenzione fini spaccio di sostanze stupefacenti a carico di quattro cittadini albanesi e un italiano. 

Clima di omertà e paura: l'Operazione Pedagogia

L'indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, è stata denominata "Pedagogia" per dare una lezione al gruppo di albanesi e al clima omertà e paura che avevano instaurato nella comunità. Nessuno, infatti, osava andargli contro tanto che la vittima che poi ha raccontato i fatti ha finito per essere isolato, abbandonato anche da amici e conoscenti. 

Dalle intercettazioni, inoltre, si evince come la banda degli strozzini si sentisse al di sopra della legge tanto da minacciare di morte il 47enne pur di far ritirare la sua denuncia giunta ai Carabinieri. 

Il prestito usuraio di 13 mila euro

La storia ha avuto inizio la scorsa estate quando l'uomo, intenzionato ad aprire un'attività a Roma, si è rivolto ai suoi connazionali chiedendo un prestito. La somma richiesta si aggirava intorno ai 7mila euro che l'uomo avrebbe restituito con un incremento mensile di 700 euro fino alla restituzione.

Tutto è filato liscio per i primi due mesi, l'uomo ha pagato in maniera puntuale ma poi, considerate le difficoltà economiche ha sospeso i pagamenti. il debito usuraio è salito fino a 13mila euro. I creditori, quindi, hanno iniziato con telefonate e minacce di morte anche nei confronti di altri familiari fino al sequestro.

Sequestrato nel nascondiglio bunker di Pavona

La banda di strozzini, quindi, hanno prelevato la vittima da un bar e lo hanno portato in un casolare abbandonato nelle campagne di Albano Laziale, a Pavona. Una volta qui è stato prima legato ad una sedia e poi colpito con calci e pugni su tutto il corpo, permettendogli di recarsi in bagno solo slegandogli le gambe e una mano. Per tre giorni l'uomo non ha mangiato ne bevuto: è stato colpito con una torcia alla testa e poi con un asciugamano bagnato.

"Se non paghi ti seppelliamo qui, 6 metri sotto terra", gli urlano i malviventi. [Qui il video del bunker]. Il prigioniero, costretto a dormire in bagno su un materasso buttato a terra, con la scusa di dover chiamare un suo amico per farsi portare il denaro, contattò un Carabiniere del Nucleo Operativo di Palestrina al quale chiese sibillinamente aiuto.

In poco tempo scattò immediatamente il blitz dei militari coordinati dal capitano Grazia Centrone, che portò alla liberazione del sequestrato e all’arresto di due cittadini albanesi del quintetto criminale. L'uomo riportò trenta giorni di prognosi per le botte subite durante la sua prigionia.

Arresto banda strozzini a Pavona

Le indagini: la fine della banda degli strozzini

Subito dopo i due arresti scattarono le indagini coordinate dalla D.D.A. di Roma, caratterizzate da lunghi mesi di intercettazioni telefoniche, servizi di osservazione, pedinamento e accertamenti vari durante i quali la vittima, costretto a cambiare più volte il proprio domicilio, subì pressanti minacce finalizzate alla ritrattazione della sua versione dei fatti.

L'attività investigativa ha portato così alla luce "gravi e concordanti indizi di colpevolezza" a carico del gruppo criminale, ora assicurato alla giustizia. Eccetto uno, albanese, tuttora latitante.

Tra i reati contestati, la violenza e minaccia per costringere a commettere un reato e lo spaccio di sostanze stupefacenti in quanto nel corso dell'attività è stato accertato che uno degli arrestati acquistava periodicamente marijuana da una serie di fornitori per poi rivenderla.     

I Carabinieri e la Procura di Roma proseguiranno le indagini per determinare se, oltre l'albanese di 47 anni, ci sono anche altre vittime cadute nella tela della banda degli strozzini. Il clima di omertà nella comunità albanese non aiuta gli inquirenti. 

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