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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Tor Bella Monaca / Largo Ferruccio Mengaroni

Blitz a Tor Bella Monaca, 42 arresti. Lo spaccio come un'azienda: welfare ai pusher, turni e strategie di marketing

L'organizzazione riusciva ad incassare 300 mila euro al mese. L'attività investigativa ha permesso di ricostruire i ruoli dei vari sodali all'interno del gruppo criminale

Trentadue persone arrestate e portate in carcere e altre 10 sottoposte al divieto di dimora a Roma. Tutti appartenenti a un'organizzazione criminale dedita al narcotraffico con base operativa e logistica nel quartiere di Tor Bella Monaca. E' l'esito del doppio blitz avvenuto nella mattinata del 9 giugno.

Due operazioni che la Direzione Distrettuale Antimafia e la Procura di Roma hanno voluto unire in un unico filone che ha permesso di determinare l'esistenza di un'associazione con struttura piramidale, i cui componenti rivestivano ognuno un ruolo ben determinato: coordinatori della piazza di spaccio, preposti al confezionamento delle dosi, pusher, vedette, addetti al rifornimento della sostanza da cedere e incaricati al recupero del denaro.

Ma non solo. Il gruppo, coordinato da Leonardo Bevilacqua detto Bruno lo Zingaro e Manolo Romano alias Pisolo, riusciva a guadagnare 300mila euro al mese e forniva anche una sorta di welfare per i pusher, un mutuo assistenzialismo fra gli associati in caso di arresto: una parte dei guadagni, infatti, era destinata al sostentamento dei sodali che, in caso di arresto, venivano immediatamente rimpiazzati. E' così che, negli ultimi tre anni, facevano affari tra via Scozza e Largo Ferruccio Mengaroni.

Lo spaccio h24 a Tor Bella Monaca all'R8 e all'R10

La vendita al dettaglio veniva fatta h24. I pusher di diverse età (si va dai 17 ai 45 anni), di sesso sia maschile che femminile, e di diversa nazionalità (soprattutto italiani e nordafricani), erano divisi in turni prestabiliti anche per eludere i controlli da parte delle forze dell'ordine.

La droga, inoltre, veniva nascosta nei posti più disparati (come ad esempio nelle aiuole, sotto le piante, sotto delle pietre, dietro ai muretti, negli androni dei palazzi e così via). 

Una organizzazione strutturata con lo spaccio in strada che rappresentava una vera e propria strategia di marketing per garantire introiti più remunerativi: pur essendo più rischioso, infatti, questa attività è, allo stesso tempo, considerato un modo per attirare più clienti, spesso impauriti ad entrare in un vicolo chiuso o in un portone per comprare gli stupefacenti.

Arrestati Leonardo Bevilacqua, detto Bruno lo zingaro, e Manolo Romano, alias Pisolo

Secondo quanto emerso dalle indagini dei carabinieri e della guardia di finanza, è stato possibile ricostruire i ruoli dei vari sodali all'interno dell'organizzazione che faceva capo ai due fratellastri Leonardo Bevilacqua, detto Bruno lo zingaro, e Manolo Romano, alias Pisolo.

I due, nonostante ristretti in carcere, gestivano l'attività dello spaccio a distanza, coordinavano le operazioni fornendo indicazioni ai diretti fiduciari grazie alla compagna di Bevilacqua, 'Sassa', attraverso la quale ricevevano anche il sostentamento, con il denaro proveniente dalla vendita della droga, necessario per il mantenimento della famiglia ed il pagamento delle spese legali. 

VIDEO | Le immagini del blitz a Tor Bella Monaca

Le indagini del maxi blitz a Tor Bella Monaca: le operazioni Gerico II e Marrakesh

L'indagine dei Carabinieri, che oggi hanno eseguito 26 misure cautelari (23 in carcere e 3 divieti di dimora) delle 42 totali, rappresenta il proseguimento delle attività svolte nell'ambito dell'operazione Gerico

Bruno lo zingaro e Pisolo, particolarmente noti nella zona per i loro precedenti penali e per i metodi violenti utilizzati sulla piazza, solo qualche anno fa sono stati tratti in arresto su ordinanza emessa dal Gip di Roma, sempre dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Frascati, poiché ritenuti responsabili di sequestro di persona a scopo di estorsione.

In quella circostanza si erano resi protagonisti del sequestro lampo di due minori, figli della convivente di un pregiudicato di Tor Bella Monaca, ritenuto responsabile di aver onorato solo in parte un debito di circa 50 mila euro maturato con i due fratellastri nel contesto dell'attività di spaccio di sostanze.

Le attività investigative hanno consentito inoltre di individuare i canali di approvvigionamento dello stupefacente. Analoghe evidenze sono emerse nel corso delle indagini del 2° Nucleo Operativo Metropolitano della Guardia di Finanza di Roma.

I destinatari delle 16 misure cautelari (9 in carcere e 7 divieti di dimora) eseguite oggi dalle Fiamme Gialle nell'ambito dell'operazione Marrakesh, dopo i numerosi arresti patiti nel tempo dall'organizzazione e, soprattutto, del ritorno in campo di Pisolo – nel frattempo scarcerato – hanno continuato a operare con le stesse, soprattutto mediante l'impiego di manodopera nord-africana (di qui il nome dell'operazione).

soldi spaccio-2

E' emerso, in particolare, che i proventi dell'illecita attività (oltre 10.000 euro giornalieri) venivano suddivisi in base a un preciso criterio di riparto: l'80% al capo; il 15% agli incaricati del confezionamento e del rifornimento dello stupefacente e il restante 5% ai pusher. Per le vedette la remunerazione, fissa, ammontava a 100 euro al giorno.

A chi non rispettava le regole stabilite dai vertici, invece, veniva applicata la decurtazione della paga giornaliera o addirittura punizioni corporali. Questo è quanto accaduto a uno dei capi piazza, il Polpetta', violentemente picchiato e allontanato dall'organizzazione perché accusato di aver pagato parte della merce con soldi falsi.

L'assoluzione

Leonardo Bevilacqua detto Bruno lo zingaro e la compagna sono stati assolti per non aver commesso il fatto. 

Aggiornato il 12 dicembre 2023

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