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Cronaca Casal Palocco / Via Nicanore di Alessandria

Omicidi e gambizzazioni da Casalotti a Casal Palocco: presi gli autori

Sono sei le persone ritenute responsabili di tre ferimenti gravi e degli assassini di 'Federichetto' Di Meo, Sesto Corvini e Roberto Musci

Tre omicidi a colpi di arma da fuoco ed altrettante gambizzazioni. Ci sarebbe la stessa mano dietro alcuni delitti consumatisi nella Capitale e nella sua provincia tra il 2013 e l'inizio del 2014. A stringere il cerchio attorno agli assassini di Federico Di Meo, Sesto Corvini e Roberto Musci i carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Roma e gli Agenti della Squadra Mobile della Questura di Roma.

DDA - Gli investigatori hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione della custodia cautelare in carcere emessa dal GIP presso il Tribunale di Roma su richiesta della Procura della Repubblica di Roma – Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 6 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di tre omicidi e tre gambizzazioni, fatti di sangue commessi a Roma e provincia nel 2013 e nel 2014.

OMICIDIO DI MEO - In particolare sono stati individuati gli autori dell'omicidio di Federico Di Meo, 'Federichetto', assassinato con cinque colpi di arma da fuoco alla testa ed al torace in via Appia Nuova a Velletri, il 24 settembre del 2013.

OMICIDIO CORVINI - Il secondo evento delittuoso venne commesso il 9 ottobre del 2013 in zona Casal Palocco, dove venne assassinato Sesto Corvini, anche lui con cinque colpi di arma da fuoco mentre si trovava alla guida del suo furgone in via Nicanore di Alessandria.

OMICIDIO MUSCI - Infine l'omicidio di Roberto Musci, ucciso anch'egli con cinque colpi di arma da fuoco mentre si trovava nella sua abitazione di Casalotti. Per tale assassinio nel luglio del 2014 i carabinieri avevano già arrestato l’esecutore materiale e ora è stato individuato anche il mandante del delitto.

TRE GAMBIZZAZIONI - Oggetto di contestazione anche tre attentati con armi avvenuti nel 2013 con la “gambizzazione” delle vittime. Agli indagati viene contestata anche l’aggravante di cui all’art. 7 della legge 203/1991 per avere agito avvalendosi delle condizioni di cui all’art. 416 bis codice penale e con il metodo mafioso.

I dettagli dell’operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che avrà luogo in mattinata  presso il Comando Provinciale Carabinieri di Roma.

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