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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Settebagni / Via dell'Inviolatella Salaria

Incaprettato a Marcigliana: dietro la morte una punizione per non aver pagato il 'pizzo'

L'allora 53enne, titolare di diverse frutterie in zona Prenestino, venne trovato privo di vita in via dell'Inviolatella Salaria il 28 ottobre del 2013. Tre le persone arrestate dalla squadra mobile

Un avvertimento per rendere più incisive le richieste di 'pizzo' non esaudite, poi l'inaspettato, con la vittima incaprettata a morire a causa di un infarto del miocardio in un campo in zona Marcigliana. A distanza di poco meno di un anno sembra arrivato a conclusione il giallo della morte di Abdel Hamid Mohamed Lashein Ebrahim, l'egiziano di 53 anni il cui cadavere venne trovato la mattina del 28 ottobre del 2013 in via dell'Inviolatella Salaria da una donna che stava portando a pascolare il proprio gregge di pecore.

SEQUESTRO DI PERSONE - Gli agenti della Squadra Mobile della Questura, diretti dal dottor Renato Cortese, nella mattinata di ieri 14 maggio hanno infatti arrestato due stranieri ritenuti responsabili del sequestro di persona e dell’omicidio preterintenzionale del titolare di diverse frutterie in zona Prenestino. La vittima che presentava le mani legate dietro la schiena, come risultato dal successivo esame medico legale, era deceduto a causa di un infarto del miocardio.

SCOMPARSO IL 28 OTTOBRE - L’uomo che era uscito di casa intorno alle due del 28 ottobre scorso, non aveva più dato notizie di se. Le successive indagini della Squadra Mobile hanno consentito di acquisire elementi di responsabilità a carico di tre stranieri, un egiziano di 27 anni e due romeni di 22 e 31 anni.

UNA LEZIONE PER LA VITTIMA - L’attività investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, ha consentito di ricostruire l’accaduto: in particolare il 27enne nord africano, già indagato nel 2012 poiché ritenuto responsabile di aver appiccato un incendio di chiara matrice estorsiva in danno di uno dei negozi della vittima, assoldando i due coindagati romeni, avrebbe organizzato il sequestro di persona del Lashein, verosimilmente al fine di dargli una lezione e rendere maggiormente incisive le richieste estorsive in suo danno.

MOVIMENTI DEGLI INDAGATI - Nel corso del sequestro, dopo che era stata prelevata dalla propria abitazione non appena uscitane e condotta nell’area isolata e rurale dove ne è stato rinvenuto il corpo, la vittima è stata colta da un infarto, decedendo all’istante. Le indagini hanno consentito di ricostruire i movimenti dei tre indagati, collocandoli sia in prossimità dell’abitazione della vittima, dove è materialmente avvenuto il sequestro di persona, che sul luogo del rinvenimento del corpo dell’egiziano, in orari compatibili con i fatti e senza alcuna ragione che giustificasse la loro presenza in loco; inoltre, i due romeni sono stati localizzati, la mattina del 28 ottobre, nei pressi di via Longoni, dove, successivamente, è stata  rinvenuta la vettura in uso al deceduto.

INTERCETTAZIONI TELEFONICHE - Ulteriore arricchimento dell’ipotesi di indagine è stato fornito dalle attività tecniche di intercettazione telefonica. All’esito delle risultanze investigative, il Gip ha ravvisato a carico dei tre, gravi indizi di colpevolezza, emettendo il provvedimento restrittivo in argomento che, per uno dei due cittadini romeni, sarà eseguito attraverso Ministero Affari Esteri, atteso che quest’ultimo è tuttora detenuto presso le strutture carcerarie romene, dove vi è stato ristretto per reati contro il patrimonio.

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