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Cronaca

Marino, tangenti per aprire un supermercato: arrestati 2 ex assessori

In manette anche un commercialista di Marino. L'indagine denominata Mercurio ha preso le mosse da una denuncia sporta lo scorso mese di luglio dal Presidente della Confesercenti di Marino

Tangenti per aprire un supermercato della catena Lidl a Marino. E' su queste basi che si è mossa l'indagine Mercurio che, dalle prime ore della mattinata odierna, ha portato all'arresto di due ex assessore dell'ex giunta Silvagni e un commercialista ritenuti responsabili del reato di "induzione indebita a dare o promettere utilità".

NOVE MESI DI INDAGINI - L'operazione è stata eseguita dai Carabinieri della Compagnia di Castel Gandolfo che hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP del Tribunale di Velletri, Dottor Gisberto Muscolo. Le indagini, dirette dal Procuratore della Repubblica di Velletri Francesco Prete e dal Sostituto Procuratore Carlo Morra, sono state condotte per circa nove mesi. Le investigazioni si sono sviluppate attraverso intercettazioni telefoniche, servizi di osservazione, ispezioni, perquisizioni, sequestri di documentazione e accertamenti bancari. 

OPERAZIONE MERCURIO - L'operazione, convenzionalmente denominata Mercurio, ha preso il via da una denuncia sporta lo scorso mese di luglio dal Presidente della Confesercenti di Marino, attraverso la quale venivano rappresentate agli inquirenti alcune criticità connesse alla realizzazione di un supermercato della catena Lidl nel territorio di quel comune.

PAGAMENTI ILLECITI - Così i Carabinieri hanno ricostruito che la società Lidl, intenzionata ad aprire un supermercato a Marino, già dall’anno 2010 fu destinataria di "pressanti richieste" ed in particolare quella del "pagamento illecito di una somma di denaro in cambio del rilascio del titolo autorizzativo in tempi brevi". Uno dei due assessori pretese anche "l’assunzione alle dipendenze del supermercato di persone a lui vicine, presentando diversi curricula".

80MILA EURO DI TANGENTE - Ma non solo. Secondo gli inquirenti "con l’ausilio tecnico di un loro amico commercialista, fu ideato il mascheramento di una tangente di 80mila euro", attraverso l’emissione di una fattura per "operazioni inesistenti da parte di una cooperativa di comodo" a cui Lidl avrebbe dovuto versare l’intero importo di lavori edili, mai eseguiti, necessari per trasformare un magazzino nel supermercato. La società, messa dunque alle strette, decise di pagare.

SUPERMERCATO ANCORA CHIUSO - Le indagini hanno anche delineato come in tale ottica la Lidl, nonostante abbia ceduto alle pressioni dell’amministrazione, abbia continuato a tutt’oggi ad incontrare ostacoli burocratico-amministrativi nella prosecuzione dei lavori, tant’è che il supermercato non è stato ancora avviato.

ANCORA INDAGINI - Oltre al pagamento illecito, quindi, perdura secondo gli investigatori "la condotta tesa ad ottenere, come ulteriore illecita utilità, l’assunzione delle persone segnalate da uno degli assessori, con un evidente ritorno in termini di consenso elettorale". 

Il Giudice, inoltre, ha ritenuto sussistere a carico dei tre indagati le "esigenze cautelari previste dalla legge ed in particolare il concreto pericolo della commissione di altri gravi delitti della stessa specie per cui si procede". Al vaglio dell’Autorità Giudiziaria sono ora le posizioni di altre persone che, a vario titolo, avrebbero favorito gli indagati nelle loro condotte illecite.

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