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Cronaca

Mafia Capitale e la nave fantasma: 6 arresti, tre sono ufficiali della Marina

Undici milioni di litri di gasolio, per un valore di oltre 7 milioni di euro. Questo l'ammontare della truffa scoperta partendo da Massimo il Romanista, personaggio finito nell'inchiesta Mondo di Mezzo

Undici milioni di litri di gasolio per la Marina trasportati da una nave che in realtà non esiste più dal 2013. Una truffa perfetta che sarebbe stata portata a termine con l'aiuto di appartenenti alla Marina Militare e che oggi ha visto finire in carcere sei persone, tra cui tre ufficiali in servizio ad Augusta in provincia di Siracusa.

E' qui che la truffa è stata materialmente commessa. Qui, in questo importante porto siciliano, doveva essere consegnato il carburante. L'inchiesta però è stata condotta dalla Guardia di Finanza di Roma, partendo da un personaggio finito nelle oltre mille pagine dell'inchiesta Mondo di Mezzo. Parliamo di Massimo Perazza, detto 'Massimo il romanista', finito, secondo quanto riportato nell'ordinanza, oggetto di minacce da parte di Riccardo Brugia. Il tutto in nome di un debito non pagato a Lacopo, imprenditore arrestato nell'ambito di Mafia Capitale.

Approfondendo la sua posizione si è arrivati a Ghost Ship, nome dell'operazione odierna. Le indagini hanno consentito di scoprire un’associazione criminale specializzata nelle frodi nelle pubbliche forniture, che aveva organizzato, solo sulla carta però, la consegna di milioni di litri di prodotto petrolifero presso il deposito della Marina Militare di Augusta.

Lo stratagemma utilizzato, grazie anche alla complicità di appartenenti alla stessa Marina Militare, consisteva nell’attestare falsamente il rifornimento dei citati depositi per mezzo della nave cisterna denominata 'VICTORY I'. Peccato che le indagini delle Fiamme Gialle hanno permesso di accertare come in realtà la stessa nave fosse naufragata nel settembre 2013 nell’Oceano Atlantico, tanto che alcuni componenti dell’equipaggio risultano ancora oggi formalmente dispersi.

Grazie ai fittizi trasporti della fantomatica 'VICTORY I', mai attraccata nel porto di Augusta, è stata attestata falsamente la fornitura di oltre 11 milioni di litri di gasolio navale, del valore complessivo di oltre 7 milioni di euro, pari al danno subito per le casse dell’Erario. Il carburante veniva fornito, secondo i documenti, da una ditta danese, riconducibile a Lars Bohn, destinatario di ordinanza di custodia cautelare.

Bohn è titolare di un appalto con l’Amministrazione della Difesa. Due le società italiane usate come brokers, una delle quali faceva capo appunto a Perazza.

Secondo quanto riferisce la Guardia di Finanza c'erano poi i punti di contatto dell’associazione presso il porto di Augusta. Si tratta di Mario Leto e Sebastiano Di Stefano, il primo Capitano di Corvetta della Marina Militare, Capo Deposito della Direzione di Commissariato Militare Marittimo di Augusta, ed il secondo, 1° Maresciallo della Marina Militare, Capo Reparto Combustibili della medesima Direzione. I due in pratica avrebbero operato da trait d’union con la pubblica amministrazione militare. Sarebbero stati loro a predisporre tutta la falsa documentazione necessaria alla realizzazione delle fittizie forniture. Per questo i due sono stati raggiunti da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere.

L’organizzazione poteva poi contare sull’attiva collaborazione di altri appartenenti alla Marina Miliare che, a vario titolo, attestavano falsamente l’avvenuta consegna del carburante ovvero la sua certificazione, nonché di un tecnico chimico che invece attestava la qualità e le caratteristiche del prodotto mai consegnato.

I sei arrestati sono: Lars Bohn, Massimo Perazza, Andrea D'Aloja, Mario Leto, Sebastiano, Di Stefano e Salvatore Mazzone. Eseguite anche perquisizioni presso le loro

Il Tribunale di Roma, Sezione Gip, ha altresì disposto il sequestro preventivo per equivalente, fino alla concorrenza del danno per l’Erario di 7.401.248,36 di euro, delle risorse finanziarie e dei beni delle persone fisiche e delle società coinvolte.

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