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Cronaca Fidene / Via Annibale Maria di Francia

Prendevano soldi dal Comune e poi facevano fuggire i minori, il 'sistema' del centro d'accoglienza di Villa Spada

La Virtus Italia onlus aveva un appalto con il Campidoglio di 2,7 milioni di euro. Sedici le persone arrestate, 25 gli indagati

Abbandono di minori, falso e frode in pubbliche forniture. Sono questi i reati ipotizzati dalla Procura di Roma nell'ambito dell'operazione e delle indagini condotte dalla Polizia Locale che ha portato a 16 arresti e 25 indagati. In carcere sono finiti il presidente dell'Associazione "Virtus Italia Onlus - Consorzio di solidarietà sociale" e il responsabile del centro di Primissima Accoglienza per Minori non Accompagnati di via Maria Annibale di Francia a Villa Spada.  

Secondo quanto emerso dalle indagini, l'Onlus, che aveva un contratto col Comune da 2 milioni 700mila euro, registrava i minori non accompagnati al momento del loro arrivo (per un importo di almeno 87 euro ciascuno) e poi li facevano scappare dal centro.

I fatti sono avvenuti fra il 2017 e il 2018 e le indagini sono scattate quando gli agenti della Polizia Locale hanno scoperto che diversi ragazzini 'pizzicati' a compiere furti fra i passeggeri degli autobus, risultavano registrati nella struttura di Via Maria Annibale di Francia.

Da qui, grazie a intercettazioni e pedinamenti si è scoperto il 'sistema' architettato dall'Onlus: l'associazione presentava i documenti per i minori che prendeva in carico, ottenendo quindi i fondi dal Comune che ha la responsabilità sui minori non accompagnati. Poi i responsabili del centro - attestando il falso - denunciavano nei verbali che i minorenni si erano allontanati volontariamente dalla struttura. 

"Ma io ho paura, dove vado?". "Vai via, vai". Così rispondevano i responsabili del centro per minori non accompagnati ai ragazzini che in alcuni casi erano costretti a lasciare la struttura. Gii addetti aprivano i cancelli e facevano uscire i minori, altre volte facevano scavalcare loro il cancello.

In uno di questi casi un ragazzino scavalcando si è anche fatto male ed è stato ricoverato in ospedale con una prognosi di 15 giorni. 

Per scappare dal centro di primissima accoglienza per Minori non Accompagnati le opzioni erano due: se si voleva lasciare la struttura a qualsiasi ora del giorno o della notte, bisognava scavalcare il cancello, altrimenti, se le ragazzine o i ragazzini rom non erano fisicamente in grado, si doveva aspettare le nove, quando il cancello si apriva per il cambio turno. 

In un dialogo fra due addetti del Centro e alcuni ragazzini rom, contenuto nell'ordinanza di custodia cautelare, si spiega esattamente il 'metodo' adottato. "Allora adesso quando andate via dovete scavalcare" dice un operatore. "Pure - lamenta un minore - non mi puoi aprire tu?". "Se riuscite a scavalcare scavalcate se no poi alle nove si apre il cancello quindi se volete andare via subito dovete scavalcare, se non volete scavalcà dovete aspettare le nove".

"Nooo, perché alle 9?" chiede la ragazzina. "Perché il cancello si apre solo alle nove" risponde l'addetto. I minori  a quel punto decidono di scavalcare e i dipendenti del centro, assistono alla fuga guardando le telecamere di videosorveglianza. "Je la fanno, che dite? Io 'a vedo dura rega'". "Eh, sono inesperti questi - commenta una collega, però magari…". "La ragazzina è agile ma l'altro…no vabbé" dice uno degli indagati. "Eh ma perché sono abituati a rubare in casa questi, quindi…" conclude l'addetto del Centro. 

"Ma so' tornate? Non erano scappate?". "Sì so' scappate stamattina". "E so' rivenute? Insieme agli sbirri…le zingarelle". Le 'fughe concordate' dal Centro di prima accoglienza per minori non accompagnati a Roma alcune volte duravano solo poche ore, perché poi ragazzini e ragazzine venivano 'pizzicati' dalle forze dell'ordine poco dopo di nuovo a borseggiare turisti e passeggeri su bus e metro.  

"Eccole qua se so fatte riacchiappa' subito vero? E quanto è passato?" dicono alcuni indagati del Centro di Via Maria Annibale di Francia in un dialogo intercettato che compare nell'ordinanza di custodia cautelare. "So' scappate stamattina alle 8, sono le 16, so' passate 8 ore, che dobbiamo fa'? In genere sono più furbe, non si fanno beccare lo stesso giorno, se fanno becca' dopo un po' insomma oggi è andata così". 

Quale fosse il "reale obiettivo" del Centro di prima accoglienza per minori non accompagnati del III Municipio Montesacro era "chiaro a tutti", come si legge nell'ordinanza firmata dal gip Francesco Patrone.

In un dialogo intercettato fra due dei 25 indagati, un educatore e un'operatrice, il primo dice: "Uscirà fuori la vera verità, la vera verità è che per due anni ti sei preso i soldi dalle rom per farle andare via dopo 10 secondi, con un tacito accordo con tutte le istituzioni, quindi tu non sei il colpevole ma lo sapevi e noi qui ci siamo detti per due anni 'prima o poi questa cosa ci si ritorcerà contro', lo dicevo un sacco di volte e succede veramente perché è normale che succeda ma non è nemmeno penso che sia colpa nostra, che noi siamo per forza degli stronzi…perché nessuno ha mai fatto niente, ha mai realizzato niente con i rom…ora si crea un cazzo di centro…in cui appena metti il piede fuori sei dimesso… e in cui vengono portate tutte le rom…e quindi ci sono migliaia di abbandoni di rom… ma non è che c'è un progetto sulle rom, non è che vengono messe qui… quindi che cazzo di colpa ha questo centro… però di fatto tu ti prendi i soldi… e ti piace che ti pigliavi i soldi!". "Ma quanti soldi si prendono.." chiede l'operatrice. "Non lo so ma se li prendono… - conclude l'educatore del centro - la vera verità, apriamo i portoni, la vera verità, questa è la vera verità, lasciavano i ragazzini di 12 anni all'una di notte che se ne andavano via...".

"Ma quanti so'...tre o quattro?", "so' quattro cojoni!". Dicevano responsabili e operatori del centro per minori non accompagnati di Villa Spada. Nelle carte dell'ordinanza firmata dal gip Francesco Patrone, due responsabili della "Virtus Italia Onlus - Consorzio di solidarietà sociale" e due operatori assistono in diretta alla fuga di quattro minori, ripresa dalle telecamere, e commentano: "...Guarda quello come è uscito...", "...guarda quanto è demente quell'altro...". "Ma quello da dove è saltato?", chiede un'operatrice.  "Da dietro, dal gabbiotto" risponde una responsabile. "Ha fatto bene", commenta un'altra. E una volta che i ragazzini sono fuori, dicono: "Tanto tornano dopodomani...". A quel punto i quattro concordano l'orario della fuga da mettere nella comunicazione: "Le 9.03, aspettiamo cinque minuti ragazzi? Perché è possibile pure che stanno arrivando i vigili e li beccano! E magari li riportano qua...". 

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