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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Inchiesta filobus, arrestato per corruzione Riccardo Mancini

Nell'ordinanza di custodia cautelare per l'ex ad di Eur spa e fedelissimo del sindaco di Alemanno si ipotizza pericolo di riterazione di reato

E' stato arrestato questa mattina Riccardo Mancini, ex amministratore delegato di Eur spa, accusato di concussione e corruzione nell'ambito dell'inchiesta coordinata dal pm Paolo Ielo sul collegamento filobus di Laurentina. Il provvedimento è stato eseguito oltre che dalla Guardia di Finanza, dal Nucleo di polizia Tributaria e anche dai carabinieri del Ros.

Secondo quanto si è appreso, nell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Stefano Aprile, si ipotizza il pericolo di reiterazione del reato. Sono ancora in corso le perquisizioni e le acquisizioni dei documenti.   
 
L'ex ad di Eur spa, dimessosi dalla carica proprio in seguito all'arresto dell'ex Ad di Breda Menarini, Roberto Ceraudo, è accusato di corruzione e concussione nell'ambito dell'inchiesta su una presunta mazzetta da 800 mila euro versata da Breda Menarini nell'ambito dell'appalto relativo alla forntura di 45 autobus al comune di Roma.

Di fronte al pm, lo scorso 3 febbraio, Mancini aveva ammesso di aver ricevuto 60 mila euro. Soldi che però, secondo l'ex ad di Eur spa, non erano collagati all'appalto in quanto ricevuti in seguito all'assegnazione.

Insieme a Mancini nella stessa inchiesta sono indagati anche Roberto Ceraudo, ex ad di Breda Menarini accusato di aver versato la mazzetta in questione, l'imprenditore Edoardo D'Inca Levis che avrebbe dichiarato di aver predisposto il "fondo nero" per la tangente, Lorenzo Borgogni e Lorenzo Cola, rispettivamente ex responsabile delle relazioni esterne ed ex consultente di Finmeccanica, Marco Iannilli, commercialista di Cola.

Immediata la reazione del Pd romano: "L'arresto di stamattina è l'ennesimo colpo al cerchio magico del sindaco. Dopo Franco Panzironi , ex presidente Ama, coinvolto nello scandalo e nell'inchiesta Parentopoli, ora e' il turno di Mancini" ha affermato Miccoli. "Quasi tutti i manager scelti da Alemanno sono stati implicati in torbide storie su cui è dovuta intervenire la magistratura e poi sono stati costretti a brusche fughe e dimissioni".

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