Atac, operaio morto in deposito: si indaga sulle misure di sicurezza 

Come è accaduto che un esperto capo elettricista sia morto durante una manovra di ordinaria manutenzione? Lo appureranno i Pm nelle prossime ore, indagando sul caso di Antonio Alleori, il dipendente di Atac che ha perso la vita nel deposito di Acqua Acetosa, mentre riparava dei pantografi elettrici installati sui tetti dei treni, i convogli della tratta Roma-Civita Castellana-Viterbo. 

Ritrovato dai colleghi alle 8 del mattino accasciato accanto agli strumenti di lavoro, l'uomo, padre di famiglia, 54 anni, non si è più risvegliato. E' morto sul colpo e i soccorsi purtroppo non sono serviti. Stando ai primi rilievi del medico legale è rimasto folgorato da una scarica elettrica fatale. Sul punto non sembrano esserci dubbi, ma l'autopsia chiarirà ulteriormente se il decesso sia direttamente imputabile alla scossa o piuttosto a un improvviso malore. 

Intanti gli agenti del commissariato di Villa Glori hanno posto sotto sequestro l'area di lavoro e gli attrezzi utilizzati per la riparazione del pantografo, il sistema che permette di collegare il treno alla linea elettrica. Oltre ad aver già ascoltato i colleghi dipendenti dell'azienda che hanno definito il cinquantenne un uomo preciso e soprattutto forte di un'esperienza di anni e anni in Atac. Insieme alla magistratura si lavora anche dall'interno con un'indagine avviata nella municipalizzata.

Una morte bianca menzionata anche dal presidente Sergio Mattarella, insieme a quella dell'operaio dell'Ilva, morto poche ore prima sul posto di lavoro. "Ogni morte sul lavoro costituisce una ferita per l'Italia e una perdita irreparabile per l'intera società. Non è ammissibile che non vengano adeguatamente assicurate garanzie e cautele per lo svolgimento sicuro del lavoro". Se nel caso di Acqua Acetosa siano state assicurate o meno, ce lo diranno i magistrati.