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Cronaca Esquilino / Piazza dei Cinquecento

Le paure di Andrea, la trans uccisa: "Termini è la mia casa, ma ho paura"

"La notte ho paura che qualcuno mi metta le mani addosso". Così Andrea Olivero, la 28enne trans massacrata a Termini che pochi giorni prima di morire ha raccontato la sua storia a Redattore Sociale

Per tutti era la trans di Termini, quella che passava le sue giornate lungo i binari o davanti all’ingresso della stazione a raccogliere le cicche nei portacenere per racimolare un po’ di tabacco. Un’altra disperata senza nome e senza storia che andava a riempire le file del popolo dei senzatetto della stazione, dimenticata da tutto e da tutti. Di Andrea Oliviero però si sono accorti in tanti. Peccato però che sia successo solo dopo il suo massacro. La 28enne trovata morta al binario 10 pochi giorni prima di morire ha raccontato la sua storia alle telecamere di Redattore Sociale.

Andrea racconta di aver lasciato la Colombia per cercare fortuna in Italia. L'impatto con Roma e con la stazione è stato però devastante. Aggredita più volte per rapina, la giovane aveva un braccio paralizzato e una gamba malmessa. Proprio quella gamba e la zoppia con cui la trascinava la rendeva particolarmente riconoscibile al popolo di Termini. Quel braccio paralizzato e quella gamba erano il ricordo di un'aggressione, finita con il furto del cellulare e del passaporto: "A Ostia un ragazzo mi ha picchiata. Sono stata sette mesi in coma". Anche per questo il suo sogno era quello di "incontrare un ragazzo con tanti soldi che mi faccia lasciare la strada perchè è troppa brutta".

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La sua giornata la trascorreva sotto le pensiline. Per mangiare si recava a Colle Oppio, alla mensa della Caritas. La raggiungeva con il 714, nei pressi del capolinea del quale ha raccontato la sua storia alla giornalista.

Maria Gabriella Lanza, giornalista di redattore sociale che ha raccolto la storia, descrive così Andrea: "Mentre sorrideva davanti alla telecamera e domandava ridendo se in video veniva bene, Andrea non pensava alla morte. Non pensava di morire pochi giorni dopo con addosso la sua gonna rosa e le sue scarpe da ginnastica. Lei pensava al futuro perché nonostante tutto non aveva perso la speranza. “Vorrei incontrare un ragazzo con tanti soldi che mi faccia lasciare la strada perché è troppa brutta”, ci aveva detto. A ricordare il suo sorriso triste, la sua storia, la sua vita, oggi ci sono solo due o tre senzatetto della stazione, i suoi compagni di viaggio e nessun altro".

LA VIDEO INTERVISTA A ANDREA OLIVIERO

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