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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Allontanamento di minori dalle famiglie: "Tra diritto di cronaca e dovere di riservatezza"

Avvocati, Giornalisti e Assistenti Sociali a confronto per la promozione e la tutela dei minorenni e delle famiglie

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RomaToday

Si è svolto presso la sala del Consiglio Provinciale a Palazzo Valentini a Roma il seminario organizzato dal Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Assistenti Sociali e dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti dal titolo “Allontanamento dei minori, tra diritto di cronaca e dovere di riservatezza: un confronto tra giornalisti e assistenti sociali”. Presenti numerosi esponenti di entrambe le categorie. Il confronto è stato  altamente costruttivo.

Nelle pagine di cronaca quotidiana compaiono storie di dolore e sofferenza che vedono come protagonisti minorenni allontanati dalle proprie famiglie che si trovano al centro dei riflettori. Le storie sono solo parzialmente note, non tutti i loro più veri risvolti possono essere rivelati, ma intanto questi ragazzi e bambini si trovano esposti nella piazza mediatica. I danni di un’infausta notorietà si aggiungono alle devastanti storie personali e famigliari e divengono stigmatizzanti anche nel futuro per la scia mediatica che rimane nel tempo.

L’allontanamento dalla famiglia è uno strumento di tutela estremo, l’ultimo da mettere in atto quando il sostegno è fallito. E’ una misura intrusiva e illibertaria, ma talvolta necessaria. Per assurdo serve proprio per assicurare al minorenne la libertà di crescere al meglio, quando la sua famiglia non può assicurarlo.

Come contemperare allora libertà di espressione, di critica e di cronaca –essenziali in uno stato democratico- con la tutela sociale –parimenti essenziale- per assicurare le pari opportunità di crescere al meglio per chi non le ha?

“Una buona possibilità per l’equo contemperamento degli interessi in gioco – afferma Maria Giovanna Ruo, presidente della Camera Nazionale Avvocati per la Famiglia e i Minorenni - è riuscire a costruire un’alleanza tra professioni; il caso concreto può essere (e quasi sempre è) occasione di emersione delle problematiche sociali e giuridiche sottostanti. Non indulgere a sensazionalismi, a strumentalizzazioni, a difesa di categoria. Ascoltarsi tra professioni e ascoltare le persone ciascuna dalla sua specifica prospettiva. Convergere per individuare i rimedi sul piano sociale e giuridico ampio per dare voce alla domanda di giustizia di chi voce non ha perché soggetto vulnerabile.”

“E’ questo il dovere primario e la responsabilità sociale tra professioni che hanno al centro la persona umana – afferma Ruo - (come assistenti sociali, avvocati, giornalisti) che va al di là della deontologia professionale di ciascuno pure essenziale. Serve formazione, comune e reciproco rispetto dei ruoli e funzioni. L’obiettivo è la costruzione della cultura della promozione dei diritti fondamentali, l’individuazione dei deficit di tutela, l’indicazione dei rimedi di carattere giuridico e sociale, tenendo accesi i riflettori non sul bambino, che ha diritto all’oblio e alla riservatezza, ma sui problemi sottostanti come l’insufficienza di una normativa antiquata e delle risorse della spesa sociale.”

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