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Cronaca

Morte Maricica: Alessio Burtone è stato condannato a 9 anni

Alessio Burtone è stato condannato a 9 anni di reclusione per la morte di Maricica Hahaianu. Era accusato di omicidio preterintenzionale. L'accusa aveva chiesto 20 anni

E' stato condannato a nove anni di reclusione Alessio Burtone, il ventiduenne romano che colpì con un pugno, l'8 ottobre 2010, l'infermiera romena Maricica Hahaianu, causandone la morte dopo alcuni giorni in coma. Era accusato di omicidio preterintenzionale. La prima corte d'assise non ha riconosciuto l'aggravante dei futili motivi. L'accusa aveva chiesto una condanna a venti anni.

L'ACCUSA - Nel corso della sua requisitoria il pm Antonio Calaresu aveva messo in luce l'indole violenta di Burtone, coinvolto in passato in due episodi di aggressione. Il pm, ricostruendo le fasi del litigio, ha descritto il colpo sferrato da Burtone come "un classico 'diretto' pugilistico, il gesto del boxeur: un uppercut al mento della donna - quindi il pm dichiarò ancora - Non c'è stata alcuna provocazione, non c'è alcuna proporzionalità tra il presunto pericolo, le asserite minacce proferite da Maricica, e la reazione di Burtone".

LA DIFESA – Di diversa opinione i legali di Burtone che hanno tentato di spiegare che una parte di questa tragica vicenda non fosse conosciuta, ovvero quella antecedente alle riprese acquisite dall'accusa. Proprio in queste fasi antecedenti, infatti, secondo due testimoni, la donna avrebbe provocato diverse volte Burtone, fino al drammatico impatto.

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LE CAUSE DELLA MORTE – Maricica morì diversi giorni dopo l'accaduto, in coma per otto giorni, infine si spense, ma sulle cause c'è stato un ampio dibattito. Secondo i periti della Corte d'Assise di Roma "L'Hahaianu morì a seguito di un danno a livello del tronco encefalico insorto a causa di vasospasmo dell'arteria basilare, dovuto a cause di cui è impossibile l'accertamento" spiegarono i professori Vetrugno ed Anile che, con il lavoro eseguito, avrebbero dimostrato che a nessuno poteva essere addossata la responsabilità per la morte della donna. Burtone ha sempre sostenuto di non aver dato un pugno alla donna, ma una manata, aspetto che, secondo la difesa, sarebbe confermato dall'autopsia: "Non ci sono lesioni al viso della donna c'è solo una ferita sotto il labbro nella parte sinistra di 1,2 cm non lacero contusa, segno di una ferita non da corpo contundente. Questo significa che Burtone non ha colpito con le nocche ma con il palmo. Infatti, il ragazzo ha sempre sostenuto di avergli dato una manata e non un pugno".

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MARICICA MUORE – È il 15 ottobre 2010 e alle 21 della sera Maricica viene dichiarata morta: la commissione medica staccò la spina dopo 6 ore in cui non c'è stata attività cerebrale. Da quel momento la situazione di Burtone si aggravò e l'accusa venne riformulata in omicidio preterintenzionale.
Alessio Burtone fu fermato e sottoposto agli arresti domiciliari, dopo una sollevazione popolare contro di lui e l'interesse personale del sindaco Alemanno il giovane fu tradotto nuovamente in carcere.
 





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