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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Ucciso a Monti, il papà: "Riesumazione è una vergogna, non c'è niente da accertare"

Evaristo Bonanni, padre del giovane picchiato a Monti e morto dopo tre anni e mezzo di coma, si oppone con tutte le sue forze alla richiesta di incidente probatorio avanzata dalla difesa. A Romatoday: "Lasciate in pace mio figlio"

Il 4 marzo il corpo di Alberto Bonanni verrà riesumato, come richiesto dalla difesa. Il 30enne massacrato di botte il 26 giugno 2011 a Monti fuori da un locale, è morto a dicembre dopo tre anni e mezzo di coma. I tre aggressori, tra i 17 e i 23 anni, sono stati condannati chi a nove, con rito abbreviato, chi prima per lesioni gravi poi per tentato omicidio a 13 anni e 6 mesi. 

Con il decesso la magistratura ha riaperto il fascicolo processuale, tramutando il capo d'accusa in omicidio. E la difesa di uno degli imputati, l'avvocato Giulia Bongiorno, ha chiesto l'incidente probatorio, l'acquisizione di ulteriore prove con nuovi accertamenti medico legali. Il giudice ha accolto la richiesta, e non c'è niente che si possa fare a livello legale per bloccare l'iter. La famiglia però non si dà pace. 

"Cos'altro c'è bisogno di accertare? Mio figlio è morto perché l'hanno picchiato a sangue, ha avuto una crisi respiratoria e il suo cuore si è fermato. Perché vogliono fargli questo? Perché non può essere lasciato in pace?". Domande che per adesso non hanno risposta, ma che per Evaristo Bonanni, il papà di Alberto, sono diventate un'ossessione. Una lettera al presidente Mattarella, un'altra al ministro Orlando, una campagna-appello in rete sostenuta da decine e decine di amici e conoscenti. La famiglia le sta provando tutte per chiedere che il corpo sia lasciato dove sta. 

"Ho appena finito di mettere sulla bara di mio figlio una pietra nuova, bellissima, ci tengo molto, cosa pensano di fare? Di venire, aprire tutto, prendere il suo corpo, tagliuzzarlo, e rimettere dov'era come se nulla fosse? E' un'assurdità oltre che una cattiveria". Perché "abbiamo già sofferto abbastanza. Io ho dovuto lasciare il lavoro per accudire mio figlio in questi tre anni, ora ho 62 anni e sono disoccupato, nessuno mi riprenderà mai a lavorare a quest'età. E' già difficile così andare avanti". 

Ma ancor di più, se riesumare la salma è un gesto irragionevole, "è perchè da accertare non c'è più niente". Per il padre non c'è alcun dubbio sulle cause del decesso: "Mio figlio è morto per colpa di quella violenza, con una crisi respiratoria dopo tre anni e mezzo di coma. Questo è stato accertato. Non c'è nessun motivo di riaprire ancora il corpo". 

Il tumore al cervello che è stato trovato durante il coma? "Era piccolissimo, e oncologi e specialisti che hanno fatto la diagnosi hanno messo agli atti che si trattava di una forma non grave, che se curata poteva sparire, e che se invece nessuno se ne fosse accorto, senza fare niente, Alberto poteva vivere ancora 20 anni". "Mio figlio è morto perché lo hanno massacrato". 

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