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Cronaca Laurentina / Via Luciano Folgore

Laurentino: esce dal carcere e picchia ripetutamente madre e zia, arrestata

Le violenze in un appartamento di via Luciano Folgore. Due le aggressioni nella stessa giornata. In manette una 46enne

Il provvedimento di allontanamento le era stato notificato dagli agenti del Commissariato Esposizione domenica 12 aprile. La madre e la zia della donna infatti, dopo ripetute minacce e aggressioni, hanno deciso di chiedere aiuto telefonando al 113. Quando i poliziotti sono arrivati nell’appartamento di via Luciano Folgore, in zona Laurentino, hanno trovato le due sorelle, spaventate e in un forte stato di agitazione dopo l'ennesima aggressione.

AGGRESSIONI CONTINUE - Entrambe hanno raccontato agli agenti delle continue aggressioni subite dalla figlia di una delle due, una romana di 46 anni. Durante la mattinata di lunedì questa, tornata ad abitare con loro dopo un periodo di restrizione in carcere, ha iniziato ad insultarle e, dopo aver minacciato la madre, peraltro soggetto con difficoltà motorie, l’ha strattonata facendola sbattere contro un muro.

IN DIFESA DELLA SORELLA - La zia, intervenuta per difendere la sorella, è stata aggredita anche lei. Gli agenti a quel punto valutato il rischio di nuove aggressioni, al fine di scongiurare pericoli ulteriori,  hanno deciso di procedere all’applicazione della misura di allontanamento urgente della donna dalla casa familiare con l’ulteriore divieto per lei di avvicinamento ai suoi familiari.

RITORNO NEL POMERIGGIO - La donna però, malgrado la notifica del provvedimento, nel pomeriggio della stessa giornata ha fatto rientro in casa aggredendo e minacciando nuovamente la zia che, spaventata ha telefonato al 113.

BARRICATA IN CASA - I poliziotti intervenuti nell’appartamento dopo vari tentativi sono riusciti a far uscire la donna barricatasi all’interno del bagno. Accompagnata negli uffici del Commissariato è stata arrestata per l’inottemperanza all’obbligo di allontanamento urgente dalla casa familiare e successivamente accompagnata presso il carcere di Rebibbia.

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