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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca San Basilio / Via Tranfo Carlo

Troupe di Striscia la Notizia aggredita a San Basilio: Procura indaga per lesioni e minacce

La Consap: "Restituire efficienza alle Forze di Polizia"

Lesioni e minacce. Per queste ipotesi di reato la Procura di Roma ha aperto un fascicolo d’indagine in merito all’aggressione subita dall’inviato di ‘Striscia la notiziaVittorio Brumotti e della sua troupe. Gli accertamenti sono stati avviati sulla base di una relazione dei carabinieri di Montesacro. I fatti oggetto della vicenda sono avvenuti fra via Carlo Tranfo e via Luigi Gigliotti, nella zona di San Basilio, dove l'inviato del Tg satirico di Canale 5 stava facendo un servizio sullo spaccio di droga. Nell’occasione un cameraman è stato ferito con un mattone.

Efficenza alla forze di Polizia

L'aggressione di San Basilio ha trovato il commento della Consap (Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia) che in una nota stampa spiega: "I giornalisti stanno scoperchiando il marcio ma rischiano troppo, restituire efficienza alle Forze di Polizia". "Insieme alla solidarietà che vogliamo esprimere per questi lavoratori della comunicazione, giornalisti e tecnici vittime, per un compito di denuncia sociale che è proprio del giornalismo serio – afferma il Segretario Generale Vicario della Consap Stefano Spagnoli – è lecito anche chiedersi se questa esposizione non stia diventando troppo pericolosa, seppur riconoscendone la valenza quale fonte di denuncia, da noi più volte rappresentata, della difficoltà di operare  per le Forze di Polizia". 

Carenze di organico 

"I poliziotti - affermano ancora dalla Consap - infatti pur con tutti i problemi legati alle carenze di organico e alla vastità di compiti di sicurezza pubblica, conoscono queste realtà criminali e le contrastano da sempre, sebbene debbano fare i conti con tutti i vincoli determinati da problematiche di ordine normativo che non consentono di assimilare le manette alla telecamere. Per le manette infatti c’è bisogno di investigazioni, indagini, prove o testimoni che possano reggere in un processo, di una magistratura che riconosca poi il reato, oltre a garantire i diritti di difesa e poi arrivare a sentenza con tempi processuali, peraltro lunghi, che pesano sia sull’efficacia che sulla certezza della pena, e che non sono minimamente paragonabili ai tempi rapidissimi dei processi mediatici". 

Denunce pubbliche dei mass media 

"Il nostro sindacato di polizia, uno dei maggiormente rappresentativi della Polizia di Stato – conclude Spagnoli – non può non riconoscere i meriti delle denunce pubbliche dei mass media, ma è anche consapevole che se a questi meriti non corrisponderanno atti concreti da parte chi ha l’onere e l’onore di guidare il paese consentendo il recupero dell’efficienza operativa e dell’azione penale, pistolettate, testate ed aggressioni non serviranno a migliorare la sicurezza in Italia".
 

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