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Cronaca

Agea, appalti gonfiati per acquisto licenze software: denunciati

Al termine dell'attività sono stati segnalati cinque soggetti, fra legali rappresentanti e manager delle società, per il reato di truffa aggravata nei confronti dello Stato in concorso tra loro

La Guardia di Finanza ha eseguito il sequestro "di beni immobili e disponibilità finanziarie per 1,5 milioni ai rappresentanti legali e ai procuratori delle società che hanno venduto a SIN Spa, società controllata dall'Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (Ag.E.A.), le licenze software necessarie per il funzionamento del sistema informativo agricolo nazionale, una piattaforma informatica che gestisce la rendicontazione degli aiuti Ue nel settore agricolo, che ammontano a circa 7 miliardi all'anno". Cinque persone sono state denunciate per truffa aggravata nei confronti dello Stato. 

L'indagine del Nucleo speciale spesa pubblica e repressioni frodi comunitarie, coordinata dal Procuratore Aggiunto di Roma Nello Rossi e dal pm Alberto Pioletti, ha accertato che i vertici di SIN spa, in violazione delle normative sugli appalti e sulla trasparenza della P.A., hanno contratto "un affidamento diretto per l'acquisizione di tali licenze". 

Tra venditore e acquirente finale vi erano però due ulteriori società che hanno rifatturato le licenze: "in questo modo il prezzo pagato effettivamente da Agea, per l'acquisto del bene, è lievitato di 843mila euro. I successivi accertamenti bancari effettuati dagli uomini delle Fiamme Gialle per accertare i maggiori costi sostenuti da Agea, quindi dallo Stato, hanno consentito di accertare che uno dei rappresentanti di una delle società interposte tra venditore ed acquirente ha versato 370.000 ad uno dei manager della società venditrice". 

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Il trasferimento è stato apparentemente giustificato "attraverso la stipula di un contratto preliminare di compravendita immobiliare, che prevedeva una caparra confirmatoria di pari importo". Ma le indagini hanno accertato che non c'è mai stata la stipula di un contratto definitivo.

Al termine dell'attività sono stati "segnalati cinque soggetti, fra legali rappresentanti e manager delle società, per il reato di truffa aggravata nei confronti dello Stato in concorso tra loro". È stato altresì accertato che "il rappresentante legale di una delle società interposte ha omesso di indicare, nelle dichiarazioni relative agli anni 2011 e 2012, redditi per 1,8 milioni di euro. L'ammontare del sequestro operato equivale al profitto generato dalla complessiva operazione". E' quanto rende noto la Guardia di Finanza.  

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