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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Guerriglia a Roma: così i black bloc si sono presi la giornata degli indignati

Una manifestazione partecipatissima rovinata da infiltrati ragazzini, ma organizzati in maniera perfetta. Ecco come in più punti hanno spezzato il corteo, mettendo a ferro e fuoco Roma

Doveva essere la giornata degli indignati, della rabbia, della rivoluzione pacifica contro banche, politica e capitalismo. E' stata invece la giornata dei black bloc, della devastazione, della cieca violenza senza senso contro tutto e tutti. C'era una volta il 14 dicembre 2010, data indicata da tutti come quella da non ripetere più. Da oggi ci sarà il 15 ottobre 2011 e il suo pomeriggio di ordinaria follia. Il bilancio mentre scriviamo è tutto da delineare. Di feriti ce ne sono tanti, per ora almeno 60. Di auto distrutte o date alle fiamme almeno il doppio. Numerose le vetrine devastate, le banche distrutte, i pali della segnaletica divelti, i cassonetti ormai inutilizzabili e quindi da sostituire.  

Cosa è successo? Una cosa semplicissima: un manipolo di teppisti, i black bloc, ha invaso una manifestazione partecipatissima, di quelle che Roma non vedeva da tempo. Senza dare i numeri, basti raccontare questo: parte del corteo alle 17.30 era ancora a piazza della Repubblica. C'era tanta gente, la maggior parte pacifica. C'erano anche loro, i black bloc. Tutti i tg, con una precisione incredibile e che lascia perplessi, dicono che erano 500.

Tutto è filato liscio fino alla metro Cavour. Qui entrano in scena quelli che Roma e i romani chiamano “pischelli”. Hanno 15, 16, 17, massimo 20 anni. Hanno i caschi in mano e già la mascherina antigas, segno che qualcosa hanno in mente. Formano un cordone e spezzano il corteo, tenendosi sotto braccio.

15 ottobre 2011: i violenti dentro il corteo


Lo fanno lanciando un primo petardo, poi un secondo poi un terzo. I manifestanti si fermano, si spaventano, si tirano indietro. Il servizio d'ordine invita alla calma. La polizia non si vede, presidia, come è possibile vedere dalle foto, le strade laterali. Si forma un buco nel serpentone. In quel buco accade di tutto. L'assalto ad un supermercato di via Cavour prima, un'auto distrutta di fronte ad un hotel poi. E poi ancora più avanti un'altra auto in fiamme, poi un distributore, poi un'altra auto. E' il segnale che oggi qualcosa di grosso potrà accadere e qualcosa purtroppo accadrà. Sono appena le 15 infatti ed è solo l'inizio. Un inizio che manda all'ospedale, in fin di vita, un militante di Sel che perderà sicuramente due dita.  

Corteo via Cavour: danni e auto incendiate


Su via Labicana i black bloc rifanno gruppo. Fanno cordone, nascondono le loro facce. La gente li fischia. Loro spezzano il corteo, di nuovo. Un petardo, un secondo, un terzo. Ed è buco nel serpentone. In quel buco di nuovo di tutto. Cassonetti per strada dati alle fiamme, auto bruciate. A fuoco finiscono anche due piani del ministero della difesa su via Labicana. Ovviamente banche, agenzie interinali e ristoranti non vengono risparmiati: tutti distrutti. Danni che saranno di migliaia di euro.

Via Manzoni e Via Labicana: guerriglia urbana 15.10.2011


La guerriglia poi si ripete allo stesso modo in viale Manzoni e in via Merulana. Stesse dinamiche. Qui però i manifestanti, quelli pacifici, non si limitano a fischiare. Inseguono i black bloc, li disperdono e quando riescono li prendono per il bavero. E loro, i pischelli, che fanno? Mostrano tutta la forza della loro età, della loro adolescenza. Scappano, con gli occhi impauriti e con la coda tra le gambe, mostrando, badando bene di essere a distanza di sicurezza, un codardissimo dito medio.

Guerriglia a Piazza San Giovanni - © TmNews/InfoPhoto


Nel frattempo il corteo arriva ormai in modo del tutto disomogeneo in piazza San Giovanni. Qui è il delirio. Lanci di sanpietrini, oggetti di ogni tipo. Entrano in azione le forze dell'ordine, fino ad allora silenti o quasi. Decidono di sgomberare la piazza. Lo fanno caricando, rimandando indietro black bloc e quei pochi manifestanti che sono rimasti in fila nel corteo. Infatti tra le vie attorno al Colosseo in tanti, con le tende in mano, o con semplici cartelli, decidono di battere la ritirata.  L'indignazione verso la crisi e i suoi protagonisti si trasforma in rabbia verso la violenza.

In piazza solo i teppisti, la violenza è contro la polizia e contro la città. Distrutte camionette e blindati. Uno, quello dei carabinieri, viene dato alle fiamme con i militari all'interno. Dopo un'ora di carica e alleggerimenti, con una piazza sommersa dai fumogeni, i teppisti si disperdono. I manifestanti sono a casa. Con loro l'indignazione.

Mentre scriviamo i teppisti sono ancora in giro. Si segnalano scontri all'Esquilino. Il giorno dei black bloc potrebbe trasformarsi in notte, una lunga notte.





 

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