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Redazione

Come i mercati comunali possono rispondere alla crisi, attraverso un “patto” da proporre alle famiglie del loro quartiere

I piccoli negozi possono ben poco. I famosi centri commerciali "naturali", al di là di qualche iniziativa estemporanea, a Roma non si sono mai rivelati secondo quelle che erano state le ventilate potenzialità. E i mercati?

Come il mondo del commercio risponde alla crisi? Parliamo della propria e di quella che si fa più sentire su buona parte delle famiglie italiane (e romane). La grande distribuzione organizzata attraverso un paio di sue "catene", oltre a quella di routine, ha messo in campo una sorta di pubblicità sociale, che si propone come iniziativa di solidarietà rispetto alle difficoltà economiche della clientela. Nell'estate scorsa (i romani non se ne sono accorti perché le sue insegne non sono ancora "sbarcate" nella Capitale) "Esselunga", dal suo sito internet, ha cominciato a mettere in rete la possibilità di scaricare "buoni sconto", da spendere liberamente nei sui supermercati. E' invece di questi giorni l'iniziativa del gruppo francese Carrefour di … togliere l'iva dai prodotti freschi, per i pensionati ultra 65enni e le famiglie più numerose (più di 5 membri). Senza parlare dell'altra "corazzata", Auchan, che in queste ore propone, a sorteggio, spesa gratis per un anno, a chi dimostra di essere ricettivo all'offerta on line di vari prodotti, commerciali e turistici.

I piccoli negozi possono ben poco. I famosi centri commerciali "naturali", al di là di qualche iniziativa estemporanea, a Roma non si sono mai rivelati secondo quelle che erano state le ventilate potenzialità. E i mercati? Tempo fa, sulle pagine del Sole24ore, uno dei consiglieri di fiducia dell'assessore Davide Bordoni, Mauro Loy (un curriculum professionale di alto lignaggio al servizio della grande distribuzione) ebbe a fare queste dichiarazioni:"I mercati rionali si dimostrano essere un sistema pervaso da forti individualismi, non sono in grado di intercettare i moderni stili di vita dei consumatori, manca un'impostazione strategica di marketing, a partire dagli orari e dalla comunicazione (pubblicitaria) integrata ed univoca". Diagnosi perfetta, ma alla quale l'assessore "consigliato", salvo un timido tentativo di provare a stimolare, un paio di anni fa, l'apertura nelle ore pomeridiane dei mercati, non è mai riuscito a dare un concreto seguito. Giustificato dalla pervicace ritrosia della categoria, ma debole nella proposizione di iniziative complementari (non parliamo della semplice comunicazione istituzionale), quelle utili a supportare una vera e propria campagna promozionale.

Sinora l'unico tentativo di darsi un'organizzazione - diciamo - al passo con i tempi è stato quello della vendita on line promossa nei mercati Trionfale, Laurentino ed Appagliatore. Al momento ne disconosciamo i risultati e non possiamo quindi fare valutazioni in merito.

I promotori di questo blog, nel loro piccolo, prima ancora che venisse presentata l'iniziativa solidale di Carrefour, hanno proposto ad alcuni presidenti di Associazioni di mercato un'ipotesi che va sostanzialmente nello stesso senso e che potrebbe avere successivi, possibili sviluppi, ad esempio, per quanto concerne l'opportunità di garantire, al consumatore che la mattina lavora, almeno un pomeriggio certo, dove andare a fare spesa alimentare. In particolare di frutta, verdure, pesce e quant'altro per fargli scoprire che i loro prezzi sono quasi sempre più bassi che non quelli praticati dalla grande distribuzione (chi segue le nostre rilevazioni settimanali se ne può accorgere confrontando i prezzi praticati nel supermercato che abitualmente frequenta). Si tratterebbe di stipulare una sorta di "patto" con le famiglie del quartiere, per far loro recapitare un messaggio del tipo…. "se non ci aiutiamo tra noi ….".

Non saremo soli a supportare l'iniziativa. Alle nostre spalle una testata on line che i navigatori della rete apprezzano particolarmente, per come segue in tempo reale la vita dei quartieri, in ogni sua rappresentazione. E i loro esperti di comunicazione ci avrebbero dato una "dritta" che potrebbe davvero fare breccia nel rapporto mercati-consumatori. Tra questi ultimi, soprattutto quelli che, il mercato nel loro quartiere neanche sanno dove sia.

Antonello Giuffrida

Come i mercati comunali possono rispondere alla crisi, attraverso un “patto” da proporre alle famiglie del loro quartiere

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