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Semplicemente Roma

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A cura di Roma e Lazio x te Rome4you

Le Vele di Tor Tre Teste

Il gioiello architettonico che ha "traghettato" Roma verso il terzo millennio

Continua il viaggio di Roma e Lazio x te alla scoperta di luoghi insoliti nelle periferie di Roma, aree troppo spesso associate a fatti di cronaca violenti o di emarginazione, eppure anche nei sobborghi della città si può rimanere col fiato sospeso. Dopotutto è o non è "Semplicemente Roma?".
 
Nessuno avrebbe mai immaginato che Tor Tre Teste, che prende il suo nome da un bassorilievo romano rinvenuto sulla via Prenestina su cui compaiono tre capi, potesse diventare teatro per lezioni di architettura contemporanea e visite turistiche. L’avveniristica costruzione della chiesa di Dio Padre Misericordioso, dell’architetto statunitense Richard Meier l’ha reso invece possibile. Una vera e propria cattedrale nel deserto, tanto è vero che per raggiungerla dal centro della città, bisogna munirsi di tanta, tanta pazienza, ma il risultato di certo non deluderà le aspettative!
 
L’edificio di Meier, frutto di un ambizioso progetto architettonico, è risultato vincitore di un concorso indetto dal Vicariato di Roma per la costruzione di chiese e centri parrocchiali in quartieri periferici ove ospitare le celebrazioni del Giubileo del 2000. Programma in seguito al quale sono state costruite anche la chiesa del Santo Volto di Gesù nel quartiere Portuense, opera dell’architetto Sartago, e quella del quartiere Alessandrino di Lucrezio Carbonara, dedicata a San Francesco di Sales.
 
Tuttavia, l’opera di Meier, risulta essere di gran lunga più all’avanguardia di quelle dei suoi colleghi, tanto da sembrare un oggetto alieno piovuto dal cielo fra le fitte trame dei condomini del vicinato. Il bianco, colore dominante, contribuisce a far percepire la struttura come qualcosa di estraneo rispetto al contesto. Il bianco, è la firma di Meier, che lo ha definito il suo colore preferito, capace di “riflettere la differenza tra ciò che è stato fatto dall’uomo, e ciò che è naturale”. Meier approfondisce il concetto, tutto “Borrominiano” della capacità del bianco di assorbire  e diffondere  la luce che cambia durante il giorno, e nel corso delle stagioni, rendendo vivi elementi architettonici, per loro natura statici, evidenziando aperture e chiusure, solidità e trasparenze, elementi lineari ed elementi piani, involucro e struttura.
 
Protagonisti assoluti sono quindi il bianco e la luce, la chiesa è difatti priva di un soffitto, inteso in senso tradizionale, esso è costituito da vetrate che creano un dialogo tra il fedele e l’infinito del cielo, in questo modo le condizioni atmosferiche si proiettano all’interno e la percezione visiva si amplia facendo avvertire la costruzione ancora più imponente di quanto non sia in realtà.
 
Tutto lo spazio è carico di significati simbolici, come la presenza delle tre maestose vele, di cui la più alta raggiunge 26 metri, che ricurve avvolgono lo spazio liturgico abbracciando il fedele che vi trova riparo. Tre, numero sacro per antonomasia, richiama la Trinità, pietra su cui si fonda la fede cattolica, concetto dell’anima che come una nave punta verso il faro di Cristo. Meier, con le sue vele spiegate, ha trasformato una costruzione statica in un’astronave pronta a salpare per traghettarci verso il terzo millennio, come un nocchiere nel mare della storia dell’esistenza umana.
 
Nondimeno, l’opera di Meier suscita contrastanti giudizi in chi la osserva, si rimane basiti nell’osservare le inaccettabili colature di ruggine e macchie d’umidità presenti sulla struttura realizzata con una speciale miscela di polvere di marmo di Carrara e calcestruzzo autopulente, ideato e garantito dalla Italcementi, che quantomeno dovrebbe rispondere del fatto che questo materiale ha deluso le sue aspettative. Un edificio simbolo del nuovo millennio, costato diversi milioni di euro, non può poi essere abbandonato al suo destino, senza garantirvi almeno una costante ed adeguata pulizia e manutenzione ordinaria.  Ma ciò che più conta, è che l’opera di Meier non lascia indifferenti, proprio per quella sua “singolare e bizzarra” capacità di intrecciare in un dialogo senza fine antichità e contemporaneità. A pochi passi dalla chiesa di Tor Tre Teste si trova infatti un parco attraversato da un tratto dell’antico acquedotto Alessandrino. Per saperne di più, su questo ed altri monumenti della Roma Contemporanea, vi invitiamo ad unirvi ai nostri corsi e visite guidate consultabili sul sito di Rome4u § Roma e Lazio x te.

Le Vele di Tor Tre Teste

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