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A cura di sartoria-politica

Virginia Raggi e la comunicazione istituzionale

La sindaca Raggi, nei suoi primi mesi da primo cittadino, ha troppo spesso comunicato le sue attività istituzionali attraverso il blog del Movimento Cinque Stelle e non sul sito del comune di Roma

Propaganda e comunicazione istituzionale. Spesso due modi di parlare che si confondono. La colpa? Di chi usa un mezzo piuttosto che un altro, per raccontare quanto fatto e perché. In Italia, però, quella sottilissima linea tra parole ‘ingessate’ e quelle per gasare i propri fan, il proprio elettorato è superata con troppa facilità. Il caso del sindaco di Roma, Virginia Raggi, ne è emblema. Per mesi, infatti, i suoi atti o interventi passavano per il blog di Beppe Grillo, anima del Movimento 5 stelle. Che prima era di lotta e ora è di governo. Costretto, almeno per salvare le apparenza, a cambiare stile e piattaforme su cui comunicare. Cosa accaduta di rado.

La comunicazione istituzionale online è, o almeno sarebbe, quel mezzo fondamentale che lega le pubbliche amministrazioni al cittadino. Un punto di riferimento per chiunque voglia rimanere aggiornato su tutto quello che accade nella sua città. Un modo per sapere chi fa cosa, come e perché.
È un’attività prevista dalla legge 150/2000 ed ha l’obiettivo di gestire, sviluppare e migliorare le relazioni delle istituzioni con i loro cittadini; è parte integrante della comunicazione pubblica e viene sfruttata grazie alle sue principali caratteristiche di velocità, interattività e basso costo. Tutto questo a parole, in quelle utilizzate nel testo che dovrebbe disciplinare anche l’accesso negli uffici stampa comunali, anche se di staff del sindaco, per i giornalisti.

Un caso anomalo, come detto, avviene nella Capitale: il sindaco Raggi, nei suoi primi mesi da primo cittadino, ha troppo spesso comunicato le sue attività istituzionali attraverso il blog del Movimento Cinque Stelle e non sul sito del comune di Roma.  Dall’arrivo dei nuovi bus alla guerra alle slot machine, dal video che mostrava l’ufficio sui Fori alle riunioni di giunta, tutto passa dal dominio beppegrillo.it.

Un gesto che non è passato inosservato a molti e che continuerà a far discutere per il fatto di sfruttare una piattaforma esterna e pubblicizzarla poi su ogni canale social, con conseguente click e introito di denaro. Perché, è indubbio, in questo modo Virginia dà una mano al padre nobile del Movimento, che – dimostrano i dati Audiweb – ultimamente soffre in quanto a contatti. Invece le comunicazioni istituzionali che passano da quel sito alzano il valore delle pubblicità su quella piattaforma.

Che non è uno spazio propriamente del Campidoglio. È uno spazio privato, dove si fanno incassi e che principalmente parla agli attivisti e agli elettori del M5s. Lontano, così, anni luce dal senso stesso della comunicazione istituzionale. Dovrebbe essere rivolta a tutti, in quanto il primo cittadino in questione rappresenta tutti quelli che vivono o lavorano a Roma, non solo gli iscritti al blog del capo.

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Sul sito https://qualitapa.gov.it si legge: “La piena fruizione da parte dell’utente dei servizi di comunicazione istituzionale online coincide con il raggiungimento del massimo livello possibile di diffusione, facilità di accesso, trasparenza, interattività, completezza e personalizzazione del servizio”.

Questa citazione è doverosa: nella comunicazione di Raggi manca la completezza e la facilità di accesso. Il primo aspetto perché si evita di dire come si raggiungono determinati obiettivi: ad esempio, i bus decantati arrivano dalla tanto disprezzata, da parte dei grillini, éra Marino. Il secondo, invece, perché non tutti i romani, elettori e non, accedono alla piattaforma di Grillo.

Si assumono toni da propaganda più che da Istituzione che comunica quanto fatto. A partire dalla personificazione degli eventi stessi, mettendo in primo piano chi siede sullo scranno più alto di palazzo Senatorio e non il servizio che si vorrebbe promuovere. Per fare un paragone, basti guardare la pagina facebook di Chiara Appendino: il sindaco di Torino limita al massimo i suoi interventi sul web, anche se il contratto, ai punti 4 e 5, parla chiaro: “Lo strumento per la divulgazione è il sito www.beppegrillo.it.

Per tutto: anche per le assemblee capitoline da mandare in onda in streaming. Lo stratagemma banale potrebbe essere quello di rilanciare, personalizzandoli, attraverso le pagine di Grillo i contenuti pubblicati sui canali istituzionali. E il gioco sarebbe fatto. Anche se il portafogli del comico continuerebbe così a sgonfiarsi.

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Dopo le recenti polemiche Virginia Raggi posta oggi una comunicazione pubblica attraverso il sito del Comune di Roma, lasciando forse per la prima volta in stand-by il blog pentastellato. Una scelta che, se duratura nel tempo, risanerà la comunicazione pubblica online della Capitale, fondamentale per un’interazione trasparente e diretta con il cittadino e per la reputazione del movimento che rappresenta.
Perché la comunicazione istituzionale è altra cosa rispetto alla propaganda. E trovarsi dall’una o dall’altra parte dipende non solo dalle parole scelte e usate, ma anche dai canali prediletti per la pubblicazione di una notizia.

Virginia Raggi e la comunicazione istituzionale

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