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A cura di sartoria-politica

Elezioni municipali 2018, cosa ci dicono i dati

Il prossimo 10 giugno, alla tornata elettorale delle amministrative, torneranno alle urne anche due Municipi di Roma: il terzo e l’ottavo.

In questa analisi confronteremo i dati scartando però quelli delle ultime elezioni politiche (avvenute in contemporanea con le elezioni regionali), a causa di una definizione dei collegi romani che non combacia con quella delle circoscrizioni. 

Allo stesso tempo, abbiamo ritenuto opportuno confrontare i voti delle ultime amministrative nella Capitale prendendo in considerazione sia i voti espressi in questi territori per i candidati sindaci che per i candidati presidente: si nota sin da subito notato una notevole differenza nel flusso dell’elettorato, andando così ad evidenziare come cambiano le campagne elettorali con l’aumento della vicinanza dell’elettore con il candidato che, spesso, va oltre il rapporto con il simbolo del partito che rappresenta. Più il territorio si restringe più “conta la persona” e meno “il partito”.

Alle ultime elezioni amministrative nel III Municipio di Roma (2016) l’affluenza è stata di ben 5 punti minore rispetto al 57% registrato nel totale nella Capitale.

Nei voti per la scelta del sindaco, al primo turno, Virginia Raggi ottenne il 34,9% dei voti (65,8% al ballottaggio); rimase indietro invece la candidata dei 5stelle Roberta Capoccioni che vinse al secondo turno grazie anche alla spinta della poi futura sindaca Raggi anche se tra le due ci fu una differenza di circa 4mila voti.

Un territorio feudo di Roberta Lombardi, tra Talenti e Conca D’Oro, candidata poi alla presidenza della Regione Lazio ottenendo 27.946 voti, migliorando di poco il risultato della sfiduciata mini-sindaca (25.669) e rimanendo indietro di 7mila voti rispetto al consenso ottenuto dalla Raggi due anni prima (34.454).

Analizzando i dati in questione, in questa tornata elettorale il centrodestra unito potrebbe rivelarsi la sorpresa: raggiungere il ballottaggio è un obiettivo alla portata in un territorio dove prima con Meloni e Marchini alla corsa da sindaco e Di Giamberardino e Bonelli alla corsa di presidente del Municipio, poi con Stefano Parisi e Sergio Pirozzi alla competizione regionale, non è mai riuscito negli ultimi anni a convogliare tutto l’elettorato su un unico candidato.

Il discorso per il Municipio VIII di Roma, invece, è – allo stesso tempo – simile e diverso: simile per la situazione del centrodestra capitolino nelle ultime tornate elettorale; diversa a causa dei motivi che hanno portato alla caduta del Municipio e per la distribuzione dell’elettorato, direzionato verso il Movimento 5 stelle sia al primo che al secondo turno; Cinquestelle che, però, perdono appeal alle ultime regionali, con la candidata Lombardi che si ferma in terza posizione (al 25,19% contro il 26,39% di Stefano Parisi per il centrodestra, anche se con una differenza di appena 600 voti). 

In questo territorio potrebbe tornare a farsi sentire anche il centrosinistra, dopo una vittoria schiacciante di Nicola Zingaretti (39,97% pari a 44.350 voti) che ha saputo raccogliere voti; anche perché, in quel quadrante, il centrosinistra mostra un forte radicamento. Che non è stato sfruttato in pieno: basti pensare che la candidatura di Andrea Catarci, appoggiato dalla lista “Sinistra” nell’VIII Municipio, ha raccolto più consenso di quella di centrodestra (15,73% contro 12,69%), rallentando in questo modo così il cammino della candidata di centrosinistra Marocchi. 

Elezioni municipali, le prossime, con i giochi molto aperti e in cui potrebbero essere decisive eventuali spaccature all’interno delle coalizioni, come è accaduto negli ultimi anni a Roma.

Elezioni municipali 2018, cosa ci dicono i dati

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