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Venerdì, 19 Aprile 2024
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A cura di sartoria-politica

Referendum, tutta Roma è per il no ma il sì rosicchia voti all'armata dei contrari

Un referendum che mobilita. Più di quanto possa farlo una consultazione amministrativa. Perché sembra che Roma mostri più interesse per difendere la Costituzione che non per scegliere il proprio sindaco. Il primo dato che balza agli occhi, infatti, è quel 69,83% di affluenza: circa 10 punti percentuali in più rispetto al primo turno delle comunali. Venti se confrontati con il ballottaggio del 19 giugno. La seconda notizia è che tutta la Capitale, fatta eccezione per i Municipi del centro, ha scelto il ‘no’ alla riforma costituzionale, il 4 dicembre 2016. 

Difficile dire quanto sia merito del M5s, che con Virginia Raggi amministra la città da 6 mesi. Perché se è vero che nelle circoscrizioni in cui prevale il ‘sì’, alla consultazione referendaria, sono le uniche conquistate da minisindaci targati Pd; è altrettanto vero che il fronte dei contrari, non solo grillini, alle modifiche della carta è molto più ampio di quello rappresentato dai favorevoli.

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Forzando i paragoni, torniamo al primo turno delle comunali: i candidati sindaco iscritti al fronte del ‘No’ avevano totalizzato circa il 70% delle preferenze. Cifra che arriva sommando i voti espressi per Virginia Raggi, 35,2%; Giorgia Meloni (FdI) al 20,6%; Stefano Fassina per Sinistra italiana con il 4,4; Alfio Marchini, appoggiato da una parte di Forza Italia, al 10. Mentre il solo dem Roberto Giachetti si può ascrivere all’altra parte della barricata (24%).

Certo, il ‘no’ al 59,42% si traduce con 862473 voti: 100mila in più di quelli conquistati dalla grillina Raggi al secondo turno delle amministrative. Ma sono preferenze da dividere con il resto della trasversale truppa che ha mostrato il pollice verso. 

Tornando al primo turno possiamo affermare che il fronte del ‘no’ ha perso circa 50mila voti. Il sì rappresentato alle amministrative da Giachetti, che a giugno prese 325mila preferenze, oggi conta 589mila voti (40,58%). Rappresentando l’andamento nazionale, ma dimostrando di aver rosicchiato voti all’armata del no.

Confermata anche la tendenza nei Municipi. Dove i grillini hanno conquistato circoscrizioni e schede utili per la scalata del Campidoglio si è registrato un buon risultato per il ‘no’. Solo il I e il II provano a tenere con percentuali, però, risibili. Nelle altre 13 zone, la forchetta è 60-55 contro 40-45. Con punte di circa il 70%  al VI e di oltre il 60 in cinque municipi.

Così il fronte dei contrari spopola dal Casilino a Tor Bella Monaca, dal Prenestino al Pigneto, passando da Ostia fino a Casal Palocco. A dimostrazione che tutta Roma ha scelto per il no alla riforma costituzionale. Senza sottovalutare, però, che i sì hanno rosicchiato voti all’armata dei contrari.

Referendum, tutta Roma è per il no ma il sì rosicchia voti all'armata dei contrari

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