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Romaneggiando

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A cura di Claudio Colaiacomo

Pietralata di una volta, carciofi e cicoria

Fino a pochi decenni fa, Pietralata era una borgata lontana dal centro, non solo geograficamente, ma anche culturalmente. Un’idea precisa ce la regala Pier Paolo Pasolini nel romanzo Una vita violenta, ridotto per il cinema nel film con Franco Citti, per la regia di Brunello Rondi e Paolo Heusch. Pasolini racconta di un ragazzotto di Pietralata mentre si reca a Roma indossando, per l’occasione, abiti nuovi. Descrive lo stupore del giovane di fronte al lusso e alla diversità della gente che incontra. Eppure viveva a pochi chilometri dal centro. 

Campi coltivati, alberi da frutto e orti coprivano le colline della borgata di campagna tra la Nomentana e la Tiburtina. L’Aniene forniva l’acqua necessaria per l’irrigazione, mentre via di Pietralata faceva da collegamento diretto con i mercati cittadini. La scena che si ripeteva ogni mattina, durante i primi anni del dopoguerra, era quella di carri carichi di frutta e verdura che percorrevano lenti la via sterrata in direzione di Roma.

Nel pomeriggio, la scena si svolgeva al contrario, come un film mentre viene riavvolta la pellicola. I carretti più o meno pieni, a seconda di come erano andati gli affari, la gente stanca, la strada polverosa. Oggi è difficile immaginare quelle scene, la via è diventata un collegamento alternativo tra l’autostrada A24 e la tangenziale Est.

Da Roma perduta e dimenticata libro di Claudio Colaiacomo

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